La televisione di Pechino consiglia ai cittadini di bere molto tè e di "restare positivi" per contrastare l'inquinamento. Perché, anche se l'allarme rosso è rientrato, i livelli di smog rimangono dieci volti superiori alla soglia stabilita dall'Oms

La CCTV, emittente televisiva nazionale cinese, ha invitato i cittadini immersi nello smog a resistere e a sopportare il fatto che Pechino sia invasa dall'inquinamento atmosferico, anche se è terminato il primo allarme rosso dopo tre giorni in cui metà dei veicoli privati sono rimasti fermi ed è stato imposto lo stop a tutti i cantieri edili e sono state chiuse le scuole.

In un tweet dal titolo “Consigli per sopravvivere allo smog”, la rete statale ha infatti suggerito come rimedio: “Sorridere e cercare di essere positivi (sperando che domani ci sia meno smog)”.
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Gli altri consigli dell'emittente con sede a Pechino sono tutti da leggere: “Non andare fuori di casa se non è assolutamente necessario, soffiare il naso, bere più tè, fumare di meno e aver cura di pulirsi bene la pelle dopo aver trascorso del tempo all'aperto”.

Ma la tv non è l'unica a dare consigli. Negli ultimi giorni di allerta massima le autorità hanno ritenuto indispensabile far sapere ai 23 milioni di abitanti della capitale cinese di evitare le lenti a contatto, sciacquarsi con cura la bocca e di appendere le giacche e i cappotti in un luogo dedicato una volta rientrati in casa, per limitare la contaminazione nei luoghi chiusi.

Tutti questi suggerimenti vengono diffusi con l'intenzione di cambiare le abitudini dei cinesi in modo radicale, perchè la consapevolezza aiuti a ridurre l'impatto ambientale. Nella giornata di mercoledì i livelli di inquinamento dell'aria pechinese sono stati fino a dieci volte superiori alla soglia considerata sicura dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
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Xinhua, l'agenzia di stampa ufficiale cinese, ha detto che le autorità ambientali sono impegnate in un “duro giro di vite” nei confronti delle imprese che hanno ignorato l'arresto obbligatorio delle attività per tre giorni, cominciato lunedì alle 7 di mattina: “Alcune imprese inquinanti, tra cui una fabbrica di lavorazione della pietra e diversi laboratori di abbigliamento, hanno continuato ad operare martedì, in pieno allarme rosso”.

Tra i tentativi di Pechino di bandire la nube tossica che ha travolto la città, due milioni di auto private sono state allontanate dalle strade; secondo i rapporti della polizia stradale martedì sera sono state confiscati 3.690 veicoli che violavano i divieti imposti.

Il Global Times ha detto in un editoriale che l'allarme rosso ha avuto un “significato simbolico”, ma che non serve per sconfiggere a breve termine lo smog, che è in gran parte causato dalle centrali elettriche alimentate a carbone. Eppure, continua l'editoriale, il passo senza precedenti del governo è stato un segno che “il Paese deve ora affrontare i suoi problemi a testa alta e rispettare gli appelli e le richieste del pubblico”.

Xinhua ha riferito che in alcune aree ci sono stati “acquisti dettati dal panico” di mascherine protettive da parte di famiglie che hanno cercato di proteggersi dall'atmosfera tossica. Molti tuttavia hanno reagito all'ultima “airpocalypse” con rassegnazione. “Questa è la vita moderna per la gente di Pechino – ha detto Cao Yong, impiegato di Associated Press – Volevamo sviluppo, e ora ne paghiamo il prezzo”.