Rescaldina, Alto Milanese: un locale confiscato nel 2006 alla mafia, vuoto da quattro anni, sta per ripartire. Grazie a una cooperativa e all'impegno del sindaco. Con un progetto di solidarietà che vuole anche guadagnare. Portando trasparenza, diversità. E buoni piatti

Fino al 2006, qui il padrone era la 'ndrangheta. Siamo sulla strada Saronnese a Rescaldina, paese di 14 mila abitanti nell'Alto Milanese. Confiscato nel 2006, vuoto dal 2011, il locale sta per rinascere dando vita al primo esempio di ristorante dei cattivi che riparte come ristorante dei buoni. L'Agenzia nazionale dei beni confiscati lo ha affidato al Comune di Rescaldina e adesso, dopo aver vinto il bando municipale sta per iniziare l'avventura della prima “osteria sociale del buon essere.

Capofila della cordata che si occuperà della gestione de La Tela è la cooperativa sociale Arcadia, guidata da Giovanni Arzuffi, che ha coinvolto una serie di Onlus, scuole professionali, il gruppo d'acquisto solidale Gasabile, Slow Food e Team Down, associazione fondata a Legnano dalla canadese Eunice Gordon. Di solito, i locali sottratti alla criminalità si trasformano in centri sociali.

A Rescaldina il sindaco Michele Cattaneo – che l'anno scorso ha portato il centrosinistra al governo dopo una lunga serie di amministrazione di centro-destra – ha sposato l'ambizioso progetto di Arzuffi: creare un punto di aggregazione che stia però economicamente in piedi grazie ai proventi di un vero ristorante. «Con 1.500 euro di incasso medio al giorno andiamo in pareggio», dice Arzuffi, che ovviamente spera di andare sopra il break-even per reinvestire i quattrini nelle attività socio-culturali, oltre che mangerecce, del grande locale che si affaccia su una strada molto battuta.
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Sull'altro lato della Saronnese, peraltro, c'è un locale gestito da quelli che, prima della chiusura, si occupavano del ristorante confiscato alla mafia. Centoventi posti, un palco per la musica live e stanze a disposizione di laboratori e coworking, La Tela si avvarrà anche della collaborazione degli studenti di due istituti professionali, che svolgeranno qui le loro ora di alternanza scuola-lavoro.

Al bancone del bar ci sarà anche Noemi Giudici, tenera campionessa italiana dei 50 metri delfino per disabili, affetta dalla sindrome di down. Un bell'esperimento di buonismo che dovrà camminare con le proprie gambe e grazie alla cucina dello chef Alessandro Borghesan, 40enne, che ha nutrito anche l'equipaggio di Mascalzone Latino durante l'edizione della Coppa America disputata a Valencia, in Spagna.

Sabato 12 dicembre, a “La Tela” Gianni Biondillo presenterà il suo ultimo libro, “L'incanto delle sirene”. Una settimana dopo si cenerà (28-30 euro il prezzo, con una bottiglia di buon vino) o si sgranocchieranno mangeranno panini d'autore, 12 euro in compagnia della birra artigianale, col sottofondo del blues all'italiana degli Rwm.
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Tutti i prodotti utilizzati in cucina dovranno essere prodotti con il massimo rispetto dell'etica e, possibilmente, il più vicino possibile al concetto del “chilometro zero”. E nella primavera 2016 Gherardo Colombo e Nando Dalla Chiesa incontreranno i commercianti della zona per spiegare che si può fare business nel pieno rispetto dell'onestà e della trasparenza, «anche se il 70 per cento dei locali pubblici della nostra regione ha qualche contatto con il malaffare, a livelli diversi, mi ha detto il responsabile di “Libera” per la Lombardia», sottolinea Arzuffi.

A La Tela tutti i fornitori dovranno emettere regolare fattura. Il sindaco ha fatto della trasparenza la sua bandiera, in campagna elettorale e pure dopo. A La Tela il “nero” è fuorilegge. A meno che non si tratti di un corposo Nero d'Avola, ovviamente.