Rinato. Con maggior entusiasmo. Dopo aver rischiato di chiudere per l'incertezza dei fondi pubblici. Così il grande evento dedicato al giornalismo è stato salvato dal suo pubblico. O meglio, la sua "comunità", come spiega la fondatrice Arianna Ciccone
“Economia del dono”. Così Arianna Ciccone, fondatrice insieme a Chris Potter del Festival internazionale di Giornalismo di Perugia, spiega il miracolo che ha permesso all’evento di nascere, crescere e, soprattutto, di non fermarsi. Nemmeno quando, l’anno scorso, la continua incertezza sui contributi pubblici sembrava minacciarne la sopravvivenza. Il Festival, budget annuale di circa 500mila euro, oltre 400 relatori, più di 50mila partecipanti, 250 volontari da 23 Paesi diversi, stava per chiudere. Ma un’ondata di “No!” e una campagna online che è riuscita a raccogliere 115mila euro in pochi mesi hanno permesso alla kermesse di risorgere. Più forte, tanto che per l’edizione 2015 (la nona) sono tornati in campo Comune e Regione.
«Non ci saremmo mai aspettati la grande solidarietà che abbiamo ricevuto da tutto il mondo», racconta Ciccone: «Oggi il nostro budget è coperto al 75 per cento da sponsor privati. Ma la presenza pubblica è importante soprattutto per le manifestazioni gratuite: garantisce equilibrio, libertà». I soldi, poi, spiega, non servono solo per l’evento ma anche per la “comunità” che si raccoglie intorno al Festival durante tutto l’anno, attraverso dibattiti, articoli, approfondimenti e idee pubblicati
sul sito. Da seguire.