'Ndrangheta

«Sono in festa ora che a Verona ha vinto Tosi»

di Giovanni Tizian   17 febbraio 2015

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L'indagine sulla mafia emiliana prosegue. E nel filone calabrese spuntano nuovi particolari sul rapporto di alcuni imprenditori «contigui al clan» e uomini dell'amministrazione veronese. Nelle carte si parla di presunto sostegno elettorale

Quando Flavio Tosi è stato eletto sindaco, alcuni imprenditori ritenuti vicini alla 'ndrangheta hanno esultato. «Sono in festa ora che là a Verona ha vinto Tosi, quello che appoggiavano loro». Loro, sono gli imprenditori della famiglia Giardino, crotonesi di origine, residenti a Verona da molto tempo. E secondo gli inquirenti sono collegati al clan della 'ndrangheta capeggiata da Nicolino Grande Aracri, sovrano del crotonese e dell'Emilia Romagna.

Spuntano dunque nuovi particolari e riferimenti al primo cittadino leghista della città scaligera e ad alcuni suoi uomini che hanno fatto parte della giunta. “L'Espresso” due settimane fa aveva rivelato il pranzo tra l'industriale amico di Tosi e il braccio imprenditoriale della 'ndrina calabrese al quale avrebbe preso parte lo stesso sindaco e il suo ex vicesindaco. Ora però nell'ultima informativa del filone calabrese dell'indagine Aemilia, che ha portato all'arresto di oltre 150 persone, i carabinieri descrivono ulteriori particolari sulle relazioni pericolose della cosca nel Nord Italia.

«Dal complesso delle intercettazioni sono emersi i rapporti tra i Giardino e amministratori locali di Verona: da una parte si ricava il loro (dei Giardino ndr) sostegno elettorale fornito all'attuale amministrazione comunale facente capo al sindaco Tosi; dall'altra si rileva il rapporto con l'assessore Marco Giorlo (ex assessore allo Sport) per ottenere appalti pubblici».

Nel rapporto dei militari dell'Arma di Crotone sono inserite numerose telefonate tra gli imprenditori calabresi sospettati di 'ndrangheta e un medico, un dentista veronese, nelle quali si fa riferimento alla disponibilità di Giorlo ad assicurare alcuni lavori. Nelle intercettazioni si parla soprattutto di affari. Una struttura sportiva, lavori per l 'illuminazione pubblica. E un asilo, in zona Santa Lucia: «Poi ti devo parlare dell'asilo» dice Alfonso Giardino, che aggiunge: «Ti devo fare un discorso sull'asilo perché io avevo accennato a Franco qualcosa no, due parole così, però te lo voglio dire pure a te, allora, io se era possibile sull'asilo avevo pensato una cosa, Marco, se si poteva, di investimento in pratica, se si poteva collaborare ma come proprietario però, se è possibile, perché so che questi asili». E il dentista veronese risponde: «Ah sì, ma si può, sono aperto a tutto io, allora, io adesso ho messo di mezzo anche il Sindaco... sto costruendo, la possibilità di ricostruirlo e... poi siamo disposti ad assorbirlo».

L'entusiasmo dell'imprenditore è alle stelle perché secondo lui quello dell'asilo è «un affarone». Di questo investimento Marco Arduini, il dentista, aveva promesso ai Giardini di parlarne con con in sindaco :«Anche perché ... anche perché Marco lo stava acchiappando anche per il fatto dell'asilo pure hai capito? Che si dovevano incontrare anche con Tosi».

A questo punto però l'asilo scompare dall'informativa e i dialoghi vertono su altre possibilità di business. Questa volta a parlare sono i due imprenditori della famiglia Giardino, Alfonso e Franco: «Cugì io l'ho visto non è male, anche perchè d'inverno la dentro là c'è sempre gente perchè giocano a bocce ... mi ha detto quelli di fuori li potremmo togliere se vogliamo, i campetti e fare un campetto di calcetto, due, c'è un altro di pallacanestro e mi ha detto che lo possiamo fare pure a calcetto..., quello che vogliamo e da vedere e valutare un attimino».

L'attenzione dei due è rivolta alla struttura sportiva che puntano a gestire tramite le amicizie in Comune. Se non a gestirla comunque a fare qualche lavoro. Agganci e relazioni sulle quali i due imprenditori hanno scommesso e che inizialmente sembrano dare i loro frutti: «Eh stiamo parlando dell'assessore qua...a me l'ha presentato lui (il dentista ndr) ha mangiato lui con noi stasera se ne sta andando ora vedi, quello che mi ha salutato prima era lui, era l'Assessore, hai capito? il Signore mi è testimone è lui, ho mangiato con lui vedi se ne sta andando ora, hai capito che mi ha dato pure un centro sportivo nelle mani Enzì, hai capito? Mi ha dato già un centro sportivo a San Michele, a fine mese se voglio chiudo il contratto, ha detto di andare a vederlo». Poi su Giorlo uno dei due precisa: «Se si trova alla poltrona si trova per me questo, che gli ho trovato non so quanti voti, quanti gliene ho tirati fuori non hai nemmeno l'idea tu, mi sono massacrato giorni e giorni però vedi ora Grazie a Dio è riconoscente, mi ha detto io per i Giardino faccio tutto, per i Giardino perchè i Giardino a me mi hanno aiutato, mi ha detto lui siccome è responsabile di tutti i centri sportivi di Verona, di tutti, sono i suoi, sotto le sue mani».

Un incontro con Giorlo effettivamente le telecamere dei carabinieri lo riprendono. E lo scrivono in una nota che inseriscono nel fascicolo inviato al pm. Dopo qualche tempo però i presunti rapporti si raffreddano. E i Giardino si lamentano del comportamento poco serio dell'ex assessore. «No cugì, domani guarda Frà, gli dico in faccia quello che penso, perchè lui ha dato una parola e quella parola la deve portare a termine, non si deve tirare indietro, eh che facciamo qua, davvero cugì? E' andato sopra il trono e si dimentica di quelli che lo hanno mandato sulla poltrona, qua ... cugì allora siamo disperati, non sappiamo cosa dobbiamo combinare». L'altro concorda per attuare una linea più dura: «No, no, gli diciamo che ci deve tirare fuori il lavoro, che vuoi fare: giardinaggio, pulizia, tira fuori il lavoro hai capito? Centro sportivo e come si deve, che ci mettiamo tutti la dentro a lavorare, però noi abbiamo cristiani sulle spalle a cui abbiamo dato una parola ed io per te ho fatto la figura del pagliaccio».

Incontri, promesse, un presunto sostegno elettorale. Indizi o millanterie che comunque insospettiscono gli investigatori. Che vogliono andare a fondo sui rapporti tra 'ndrangheta e alcuni imprenditori che da tempo ronzano attorno al palazzo comunale di Verona.