Dopo la strage con tre vittime è polemica sulla sicurezza del palazzo di giustizia di Milano, appaltata a una società privata: la stessa che dovrà vigilare sull'Expo. Ed è polemica anche sulla mancanza di un medico interno in un tribunale affollato da migliaia di persone, dove fino a qualche anno fa c'era un ambulatorio con un dottore fisso, che poi è stato tagliato per motivi economici.
Dopo tanti allarmi sulla sicurezza e il terrorismo, il signor Claudio Giardiello, 57 anni, imputato in un processo penale per bancarotta fraudolenta, è potuto entrare armato nella cittadella giudiziaria nel centro di Milano.
È salito al terzo piano, si è sistemato tra il pubblico, in fondo all'aula del tribunale dove si apriva il suo processo, ha estratto la pistola e ha sparato, uccidendo un avvocato e un coimputato.
Poi è sceso indisturbato al secondo piano, nell'ottava sezione del tribunale, è entrato nell'ufficio del magistrato Ferdinando Ciampi e ha sparato di nuovo, provocando la morte di uno più stimati giudici civili milanesi. Quindi il killer è riuscito a fuggire dal tribunale in motorino ed è stato catturato dai carabinieri per strada, nella zona di Vimercate.
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La sorveglianza degli ingressi del palazzo di giustizia è affidata per contratto a una società privata, la All System spa, una grande azienda che guida anche la cordata di imprese che dovranno garantire la sicurezza dell'Expo 2015.
Il logo della All System è ben visibile sulle divise delle guardie giurate che ogni giorno controllano l'accesso di migliaia di persone in tribunale. La società All System, nel pomeriggio, ha precisato che "Presidia solo sei dei sette varchi complessivi di accesso al tribunale": il controllo dell'ingresso di via Manara, quello da cui è passato l'assassino, è invece "responsabiità di un'altra società"
Ogni visitatore deve superare un varco individuale con il metal detector e deporre borse e valigie su un nastro scorrevole collegato a un monitor, come negli aeroporti.
In teoria, quindi, nessuno dovrebbe essere in grado di entrare con una pistola e neppure con un coltello o qualsiasi altro strumento metallico. Per prassi, però, gli avvocati non vengono controllati, ma entrano da una porta riservata mostrando il tesserino. Ora secondo la prima ricostruzione, accreditata dallo stesso procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, si ipotizza che il killer sia entrato, mostrando un falso tesserino di avvocato, alle 9,19 del mattino. Avrebbe scelto l'ingresso di via Manara proprio perché è quello riservato a avvocati, magistrati e forze di polizia. Ragione che avrebbe spinto la sorveglianza a non attivare il metal detector. L'ingresso dell'assassino sarebbe stato ripreso dalle videocamere interne.
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Il tribunale è presidiato anche dalle forze di polizia statali, in particolare da un apposito gruppo di carabinieri, che però sorvegliano soprattutto i detenuti, mentre il controllo degli ingressi esterni spetta proprio alle guardie private.
Dopo la sparatoria, molte persone terrorizzate, tra cui alcuni magistrati, hanno chiamato i soccorsi, scoprendo così che in uno dei tribunali più affollati d'Italia non esiste più un servizio interno di guardia medica. Fino a pochi anni fa c'era un apposito ambulatorio con un dottore sempre presente, ma poi il servizio è stato soppresso.
Un alto magistrato milanese ha spiegato a “l'Espresso” che il medico interno sarebbe stato cancellato per ragioni economiche, «a quanto pare perché l'Asl non pagava da anni l'affitto». Di conseguenza i feriti hanno dovuto aspettare l'arrivo della prima ambulanza dall'esterno del tribunale, che ci ha messo alcuni interminabili minuti a raggiungere le vittime.
La proprietà del palazzo di giustizia è del Comune di Milano, ma il personale e le risorse dipendono dal ministero della giustizia, cioè dall'amministrazione statale.
La società All System, fondata nel 1988 in provincia di Biella, è diventata in questi anni una più delle più grandi aziende di sicurezza privata, con circa 100 milioni di fatturato e 1900 dipendenti concentrati soprattutto nel Nord Italia. Nel 2005, come informa il suo sito, ha acquisito anche l'istituto di vigilanza “Cittadini dell'Ordine” e nel 2006 la società Mondialpol, specializzata nel trasporto valori.
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Nel gennaio scorso la cordata guidata dalla All System spa e da altre imprese private come il gruppo Ivri si è aggiudicata anche l'appalto da 20 milioni di euro per la sicurezza dell'Expo 2015.
Già in passato, quando la vigilanza del palazzo di giustizia era affidata ad altre società, non erano mancate polemiche sulla privatizzazione della sicurezza degli edifici pubblici più a rischio.
Nel 2005 il gruppo Ivri, che allora aveva vinto l'appalto per il tribunale, era stato travolto dalla maxi-inchiesta della procura di Milano sulle reti di corruzione, dossieraggio e spionaggio telefonico dei colossi privati della security, in primis il gruppo Pirelli-Telecom. L'indagine aveva messo in dubbio anche la qualità dei controlli: diverse società private erano state accusate di gonfiare i prezzi dichiarando di schierare un numero di guardie superiori al vero.
E proprio in tribunale a Milano erano spuntati perfino monitor di controllo che sembravano accesi, ma in realtà mostravano sempre la stessa immagine coloratissima di un un'unica valigia, per far credere che fossero in funzione anche mentre erano spenti.
Accuse che però non hanno mai coinvolto la All System. E in questi ultimi anni nessuno ha più messo in dubbio la serietà dei controlli in un luogo sensibile come il tribunale.
Ora si scopre che anche la Regione Lombardia si è affidata a All System. È il 2010 quando il Pirellone decide di bandire una gara per la «vigilanza armata delle sedi della Regione Lombardia». Un appalto in tredici lotti per più di ventitré milioni di euro.
Ad arrivare prima, anche in quel caso, è la All System s.p.a.come capogruppo del raggruppamento temporaneo d’imprese insieme agli Istituti di Vigilanza Riuniti d'Italia s.p.a. e Europol s.r.l.
In ballo la sicurezza di migliaia di lavoratori per tutto l’universo delle società regionali: Ersaf, Navigli Lombardi, Iref, Ilspa, Irer, Cestec, Finlombarda, Arpa, Lombardia Informatica, oltre che quello della sede del Consiglio regionale e della Giunta che occupavano due palazzi distinti di fronte alla stazione centrale.
Sul primo lotto si concentra il ricorso al Tar della Lombardia dei secondi classificati, B.t.v. e Civis che ritengono troppo bassa l’offerta di All System e soci: «anomalia dell’offerta e costo pari quasi allo zero (e quindi in perdita)» si legge nella documentazione presentata.
All System già fornisce i servizi messi a gara e due anni dopo (a febbraio 2012) arriva la vittoria: il Tar respinge il ricorso con questa motivazione:«Il fatto che l’amministrazione (regionale) abbia espresso un giudizio favorevole sulla congruità dell’offerta presentata dal raggruppamento All System senza supportarlo con un analitica motivazione non è censurabile, essendo ciò semplicemente indice del fatto che le giustificazioni presentate dall’impresa sono state ritenute convincenti».