Strage nel Tribunale di Milano, tre morti La vita spericolata del killer Claudio Giardiello
Nel passato dell’omicida, arrestato a Vimercate, una serie di fallimenti e problemi con i creditori. Le polemiche per i mancati controlli all’ingresso del Palazzo di Giustizia
Una mattina di follia al Palazzo di Giustizia di Milano. Spari, inseguimenti, urla, aule barricate e fuggi-fuggi generale. Il bilancio momentaneo è di tre morti e due feriti.
Intorno alle 11 si sentono quattro-cinque colpi di pistola proveniente della seconda sezione penale al terzo piano dell’edificio a pochi passi dalla centralissima piazza San Babila. A sparare è Claudio Giardiello, imputato per bancarotta fraudolenta. Lui si trovava dentro l’aula e non si sa se dovesse parlare. [[ge:rep-locali:espresso:285518144]] Da una prima ricostruzione, quando il suo difensore annuncia la rinuncia al mandato si scatena la follia. Giardiello spara e fa la prima vittima: l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani. Ci sono anche due feriti, Giorgio Erba e Davide Limoncelli, coimputati nello stesso processo. Erba morirà poco dopo al Policlinico di Milano mentre era sottoposto ad intervento chirurgico. Dentro l’aula anche il pm Luigi Orsi.
Giardiello esce indisturbato dall’aula e scende di un piano e va dal giudice fallimentare Fernando Ciampi. Entra nella sua stanza e spara ancora, anche se il magistrato sembra estraneo alla vicenda. Mentre il killer esce dal tribunale indisturbato e riesce a scappare dentro si scatena il caos. [[ge:rep-locali:espresso:285518143]] La polizia blocca tutti al terzo piano. Avvocati e giudici si chiudono dentro le aule. Attimi di terrore. Altre centinaia di persone si riversano in strada. Per più di un'ora centinaia persone restano bloccate dentro il palazzaccio, mentre vengono mobilitati 50-60 agenti delle forze dell’ordine.
Dentro il Palazzo di giustizia scatta la caccia all’uomo. Ma il killer è già fuori. Alle 12,23 l’uomo viene arrestato per strada dai carabinieri mentre stava scappando in motorino. È stato bloccato a Vimercate a quasi trenta chilometri dal centro di Milano.
GIUDICE UCCISO NEL SUO UFFICIO
Il magistrato ucciso da Giardiello è il giudice fallimentare Fernando Ciampi. A riferirlo è il procuratore della Corte d’Appello Giovanni Canzio. Giunto ormai vicino alla pensione, Ciampi è stato alla sezione fallimentare fin dagli anni Settanta, poi alla ottava sezione delle imprese di cui è stato presidente, poi ancora alla fallimentare. [[ge:rep-locali:espresso:285150458]] Da un anno aveva cambiato stanza al secondo piano, trasferendosi di fianco alla ex moglie del giudice di mani pulite Gherardo Colombo. Il killer, evientemente, sapeva come muoversi e dove trovarlo.
I MANCATI CONTROLLI
Adesso si dovrà accertare come il killer sia riuscito ad entrare armato in tribunale eludendo i controlli. Per prassi a tutti i varchi di accesso gli avvocati che presentano il tesserino di riconoscimento non vengono controllati mentre per tutti gli altri lo stop è obbligatorio. [[ge:rep-locali:espresso:285518145]] I quattro ingressi del Palazzo di giustizia di Milano (Via Freguglia, Via S. Barnaba, Via Manara e Corso di Porta Vittoria) sono presidiati dal personale di una società di vigilanza privata presente con tre-quattro addetti. Per accedere è necessario svuotare le tasche dagli oggetti metallici e oltrepassare un metal-detector.
Oltre agli addetti alla sorveglianza, sono in servizio anche alcuni carabinieri che presidiano l'edificio nei vari piani. Altra polemica riguarda i soccorsi: dentro il Palazzo di giustizia in una giornata come oggi passano 4-5 mila persone ma dentro non c’è nessun medico di servizio.
I FALLIMENTI DEL KILLER
Il cinquantasettenne Claudio Giardiello ha due fallimenti sulle spalle: l’immobiliare Magenta nel 2008 e l’immobiliare Leonardo nel 2012. L’udienza di oggi era relativa al crac della Magenta Srl, di cui l'uomo era socio di maggioranza. E poi una lunga serie di ipoteche e pignoramenti dovuti a prestiti non onorati e a debiti con il fisco.