Processo Ruby, nuova accusa per Berlusconi Avrebbe offerto dieci milioni alle testimoni

L'ex premier avrebbe tentato di corrompere delle ragazze, che però lo hanno registrato di nascosto. E la procura chiede al Senato l'autorizzazione di usare le registrazioni come prove contro di lui

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La Procura di Milano ha ormai terminato le indagini sulla presunta corruzione di testimoni nel primo processo, quello in cui l’ex presidente del Consiglio ha conquistato l’assoluzione definitiva. Investigando sui rapporti tra Berlusconi, 78 anni, e le sue giovani protette durante quel contrastato procedimento, i pm hanno ascoltato anche una serie di intercettazioni del leader di Forza Italia: in particolare, una decina di telefonate considerate compromettenti, al punto che i magistrati potrebbero chiedere al Senato l’autorizzazione a utilizzarle come prove.

Nell’attesa, hanno già sequestrato delle “auto-intercettazioni” non giudiziarie: conversazioni memorizzate da alcune delle stesse ragazze che, dopo aver partecipato alle feste sexy di Arcore, hanno intascato fiumi di denaro mentre erano chiamate a testimoniare e a dire tutta la verità davanti ai giudici. Una prova a sorpresa che richiama il precedente di Patrizia D’Addario, la escort di Bari che fu la prima a registrare segretamente i suoi rapporti con l’allora presidente del Consiglio.

Berlusconi, com’è noto, è stato scagionato in Appello e Cassazione da tutte le accuse legate ai suoi incontri notturni del 2010 con l’allora minorenne marocchina Karima El Mahroug, che su Internet si faceva chiamare Ruby Rubacuori. Dopo aver impegnato alcuni tra i migliori pm in quello scandalo sessuale, chiuso con un’assoluzione totale che avrebbe stecchito qualsiasi altro ufficio giudiziario, la Procura di Milano è tornata a fare il suo mestiere: le indagini sui soldi. Un’inchiesta che i pm hanno dovuto aprire solo perché lo hanno chiesto i giudici di due diversi collegi del tribunale. Ora anche questa nuova indagine è finita: il formale avviso di conclusione dell’istruttoria viene dato per imminente. E di soldi, i sostituti procuratori Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, coordinati dall’aggiunto Giulia Perrotti, ne hanno trovati tanti.

Nei vertici di questi giorni con il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati i magistrati hanno discusso la posizione di almeno 21 testimoni che risultano aver ricevuto denaro liquido proveniente da Berlusconi. Il contante non è uguale per tutte: le ragazze più sventurate hanno intascato tra 80 e 100 mila euro ciascuna, le più fortunate oltre 200 mila, con un tetto di 250 mila. In totale, l’imputato avrebbe versato a questa ventina di testimoni più di due milioni e mezzo in banconote sonanti. Al conto va aggiunta qualche fidejussione (una garanzia per ottenere prestiti) che nel caso di una ragazza italiana supera la quota di mezzo milione. E poi c’è il tesoro di Ruby, quantificato in circa cinque milioni di euro sulla base di quanto si era lasciata scappare la stessa ragazza al telefono e in un appunto sequestrato.

Il suo ex avvocato Luca Giuliante, già tesoriere lombardo del Pdl, ora ha confermato di averle girato 350 mila euro provenienti da Berlusconi: la sua difesa è che non sarebbero collegabili né ai verbali né al silenzio di Ruby. Altre tracce di investimenti milionari gestiti da Ruby o dal suo ex fidanzato sono spuntate a Dubai e in Messico. Berlusconi aveva versato molti altri soldi a queste e ad altri gruppi di ragazze prima del processo, quando però i pagamenti, secondo l’accusa, servivano a ricompensare la loro disponibilità sessuale.

La nuova indagine invece riguarda solo i versamenti successivi, quelli che la Procura collega alle testimonianze giudicate false o reticenti. In questa seconda fase, quando cioè era già scoppiata la bufera legale sul caso Ruby, almeno due ragazze hanno beneficiato anche di due ville gemelle, concesse in uso gratuito (comodato) per i prossimi vent’anni. Il valore di questi due immobili è stimato in circa due milioni. Gran parte delle testimoni hanno ricevuto anche altri regali, ad esempio un’automobile per ciascuna.

Proprio l’acquisto delle ville è al centro della decina di telefonate che ora la Procura potrebbe chiedere al giudice delle indagini (gip) di trasmettere al Senato, avviando così la procedura per superare l’immunità parlamentare. Berlusconi non è mai stato intercettato direttamente dai magistrati: la sua voce è rimasta registrata solo quando era lui a sentirsi con altre persone già sotto controllo per tutt’altri motivi.

Indagando su un caso di truffa ai danni dello Stato, in particolare, i pm milanesi avevano intercettato il telefonino di un geometra, che era in contatto con uno degli imprenditori indagati. Il geometra è Francesco Magnano, che ha lavorato per anni per la società Idra, quella che custodisce il patrimonio immobiliare di Berlusconi, prima di diventare sottosegretario della Regione Lombardia con l’ex presidente Roberto Formigoni e poi commissario per la provincia di Monza dell’Aler (alloggi popolari pubblici) con il leghista Roberto Maroni.

Mentre era in corso il processo Ruby, Berlusconi è stato registrato proprio mentre parlava con il geometra intercettato: il leader di Forza Italia gli chiedeva di trovargli case di lusso per due belle ragazze, Barbara Guerra e Iris Berardi. Secondo l’accusa, Magnano fungeva da tramite per evitare contatti diretti tra l’illustre imputato e le giovani testimoni. Ma le due ragazze, nonostante le indicazioni contrarie del leader di Forza Italia, non hanno resistito alla tentazione di sentirsi direttamente con lui, che era ancora parlamentare.

Quindi la Procura ha aperto una prima inchiesta per corruzione, che sembrava essersi chiusa, sotto l’allora pm aggiunto Alfredo Robledo, con un’archiviazione “allo stato degli atti”, ma è stata poi riaperta sulla base delle nuove prove. Tra queste compaiono anche le “auto-intercettazioni”: Barbara Guerra e altre ragazze hanno video-registrato le telefonate in cui chiedevano soldi a Berlusconi nel bel mezzo del processo Ruby. E hanno salvato quei file nei loro telefonini, dove sono stati recuperati con le perquisizioni del febbraio scorso.

Non essendo intercettazioni giudiziarie, ma registrazioni fatte dalle stesse protagoniste delle telefonate, potrebbero diventare inutilizzabili solo se il parlamento cambiasse la legge con il cosiddetto “emendamento D’Addario”, già proposto da Forza Italia. Una riforma che proibirebbe a tutti i cittadini di documentare le proprie conversazioni, benché già ascoltate con strumenti finora giudicati leciti: le orecchie.

In attesa dei primi verdetti sulla nuova inchiesta, i soldi restano alle ragazze. A conti fatti, solo per garantire il dovuto benessere alle testimoni del processo Ruby, Berlusconi avrebbe speso circa dieci milioni: la stessa cifra che ha dovuto versare allo Stato con la condanna definitiva per frode fiscale.

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