Scavi inaccessibili per assemblea sindacale. Il soprintendente Osanna parla di un "colpo basso". I rappresentanti rispondono: "È un fascista. La riunione era annunciata"

Cancelli chiusi a Pompei, questa mattina. L'ennesima mattina. Sotto il sole di luglio centinaia di turiste giapponesi e americane sono rimaste bloccate a farsi selfie davanti al comunicato sindacale. «Un danno incalcolabile», l'ha definito il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. «Un colpo basso e un comportamento irrispettoso», ha ribadito il soprintendente Massimo Osanna, che dopo un paio d'ore ha imposto l'apertura degli scavi reclutando archeologi e personale di Ales, la s.p.a pubblica che con una serie di contratti a progetto ha immesso nuove forze di custodia negli scavi. Precaria, ma giovane. E osteggiata («non barattiamo sui diritti») dai dipendenti del Mibact.

«Il colpo basso è il suo, l'assemblea era convocata da giorni», ribatte Giuseppe Visciano del coordinamento Unsa di Pompei, promettendo battaglia: «È lui il fascista, che ha imposto d'imperio l'apertura dei cancelli, con pochi custodi all'interno. Sarà lui il responsabile di un danno incalcolabile se in quelle ore è successo qualcosa al patrimonio Unesco».

Ma i turisti chiusi fuori? «Mi dispiace per loro, so che per molti è l'unica visita della vita, ma se la prendano con il governo che non ci paga. Io ho un figlio disoccupato», dice. Il “non ci paga” è riferito ai ritardi nelle retribuzioni “accessorie”, premi di produzione da due, trecento euro al mese che dovrebbero essere riconosciuti ai vigilanti pubblici. «Non pagano da novembre il salario accessorio a tutti i lavoratori del Mibact», denuncia Domenico Blasi dell'Usb: «Hanno fatto promesse, promesse, ma non le hanno mantenute. E ora non le manterremo nemmeno noi».
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Com'è accaduto questa mattina. «Nonostante la mia massima disponibilità al dialogo e a venire incontro alle esigenze dei sindacati», ha spiegato infatti Osanna: «venendo meno alle garanzie che mi erano state riservate , gli scavi sono rimasti chiusi. È un atteggiamento, a mio parere, irresponsabile: le esigenze legittime dei lavoratori sono da rispettare e tutelare, ma non si può continuare a mancare di rispetto al pubblico che è quello che garantisce il lavoro stesso di chi protesta».

Il braccio di ferro, a discapito dei viaggiatori, è destinato a continuare. «Abbiamo rinunciato all'assemblea del 25 luglio perché ci sarà il ballerino Roberto Bolle», spiega Visciano: «E ad agosto non potremo scioperare per legge. Ma poi ricominceremo a dare problemi sempre, se non cambiano le cose. E sull'azione di forza del soprintendente Osanna siamo pronti anche all'azione legale».
Turiste fuori dagli scavi chiusi

Il boicottaggio dei 135 custodi pubblici potrebbe mettere in difficoltà anche il rush finale del Grande Progetto Pompei: «La chiusura rischia di vanificare quei risultati straordinari raggiunti nell'ultimo anno che hanno rilanciato l'immagine di Pompei nel mondo», ha dichiarato Franceschini in una nota: «Non è possibile organizzare assemblee a sorpresa per impedire che il sito resti aperto con personale in sostituzione, con il risultato di lasciare centinaia di turisti in fila sotto il sole. Chi fa così fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e soprattutto fa del male al proprio paese».

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