Secondo il magistrato di punta del pool anticamorra per quasi dieci anni Antonello Ardituro «L'ipotesi di una trattativa va valutata con attenzione»
«L’ipotesi di un dialogo tra Zagaria e apparati dello Stato va valutata con attenzione, non è da escludere», spiega a “l’Espresso”
in edicola e online su Espresso+ Antonello Ardituro, magistrato di punta del pool anticamorra per quasi dieci e ora consigliere del Csm, che ha scritto per Laterza “Lo Stato non ha vinto” in collaborazione con il cronista di “Repubblica” Dario Del Porto.
Al centro del mistero c'è Michele Zagaria, l'ultimo padrino di Gomorra catturato il 7 dicembre 2011, dopo una lunghissima latitanza durata 16 anni. Dall'ultima indagine coordinata dalla procura antimafia di Napoli e condotta dal Ros dei carabinieri emergono particolari inquietanti con un giallo che sa molto di spy story.
ESPRESSO+ LEGGI L'INTERVISTA INTEGRALEGli investigatori, infatti, approfondiscono la strana vicende della pen drive scomparsa dal covo del latitante. Un vero enigma su cui la procura anticamorra di Napoli vuole fare luce e che rischia di svelare complicità in alto, molto in alto. E a una sorta di trattativa campana.
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«Questa pista andrà sicuramente approfondita. D’altronde una lunghissima latitanza è possibile solo se il sistema di protezione è ben collaudato. È rimasto per anni invisibile in un contesto che aveva la necessità di mantenere alcuni equilibri territoriali che solo Zagaria poteva garantire», prosegue il magistrato, che aggiunge: «È una strana vicenda. Due le ipotesi: o la scomparsa si inserisce in un caso di corruzione episodico oppure in uno scenario più ampio di trattativa e promesse di scambio e di tutela del patrimonio accumulato».
[[ge:espresso:plus:articoli:1.224412:image:https://espresso.repubblica.it/polopoly_fs/1.224412.1438847115!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/articolo_480/image.jpg]]Quindi Zagaria godeva di coperture istituzionali? «Non abbiamo altro tipo di evidenze dal punto di vista giudiziario. È vero però che ci sono stati indizi di una presenza dei servizi legata alla vicenda rifiuti e alla latitanza di Zagaria» prosegue Ardituro.
“Lo Stato non ha vinto”, è il titolo del libro scritto dal pm. Un provocazione? «Nonostante i grandi successi giudiziari, ci siamo quindi resi conto che in quei territori lo Stato non ha fatto lo Stato: pensiamo alla vicenda dei rifiuti». E alla domanda se questo governo ha dimenticato la lotta alle mafie, risponde: «Quello che manca è una coerenza complessiva nella lotta alla mafia: il Sud deve essere in cima all’agenda del governo. Servono politiche sociali e del lavoro che liberino il mezzogiorno dal ricatto occupazionale. E poi è necessaria una maggiore stabilità del messaggio di legalità: i cittadini, cioè, devono percepire che non c’è tentennamento da parte delle istituzioni».
L'intervista integrale sull'Espresso in edicola venerdì 7 agosto e online su E+