Una sentenza del tribunale di Lecce ha stabilito l'obbligo, sancito dall'articolo 316 bis del codice civile, di assistere economicamente i nipoti in caso di inadempienza dei genitori. Anche se maggiorenni

C'era una volta Anchise, il vecchio padre portato sulle spalle da Enea durante la fuga da Troia: il simbolo dell'onere familiare, perpetuato nei secoli. Ma erano decisamente altri tempi, perché oggi ad Anchise toccherebbe sostenere il peso non solo di Enea ma persino del nipote Ascanio. Il tribunale di Lecce infatti ha stabilito che quando un papà non si fa più carico dei figli, allora tocca al nonno intervenire e mettere mano al portafoglio. Anche quando il nipotino è già maggiorenne.

La sentenza dirime il caso della madre di tre figli, uno dei quali maggiorenne, che non riusciva a farsi versare regolarmente l'assegno di mantenimento dal marito separato: 700 euro al mese. La donna ha inoltrato formalmente un ricorso ai suoceri, chiedendogli di accollarsi la cifra. E il giudice le ha dato ragione, riconoscendo il principio seppure con un importo limitato: il nonno dovrà girare alla nuora 150 euro al mese. Denaro sottratto alla sua pensione mensile di 1500 euro.

Non è il primo caso: la sezione del tribunale civile presieduta da Giovanni Romano ha applicato l'articolo 316 del codice civile anche agli “ascendenti”, che “quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, gli altri ascendenti, in ordine di prossimità, sono tenuti a fornire ai genitori stessi i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli”. E lo ha fatto in presenza di persone con redditi modesti, limitati alla sola pensione.

La sentenza è importante perché conferma una drammatica tendenza sociale di questi anni, in cui sono le pensioni di nonni e zie a permettere la sopravvivenza di famiglie senza redditi stabili, perché la disoccupazione non offre speranza di trovare stipendio. Una situazione talmente radicata nella vita degli italiani da averne fatto persino il tema portante dell'ultima commedia di Ficarra e Picone, con il racconto di un paesino siciliano dove tutti vanno avanti con la pensione dei più anziani, chiamata «il nostro petrolio». Un modo di sorridere sul baratro che si apre sempre più spesso sulle generazioni lasciate prive di un futuro e di un lavoro, nonostante i proclami governativi su jobs act e occupazione in aumento.

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