"Dopo la tempesta Volkswagen è il momento di puntare sulle quattro ruote in Borsa"
Per chi ha i nervi saldi le azioni dei gruppi automobilistici tornano appetibili. Lo sostiene Gabriele Gambarova, analista del settore per Banca Akros. Dalle tedesche Bmw e Daimler all'italo americana Fiat Chrysler
di Maurizio Maggi
25 settembre 2015
Il dieselgate è ancora in pieno svolgimento: nelle ultime ore si è scoperto che in Germania ci sono 2 milioni e ottocentomila vetture a gasolio equipaggiate col software che tarocca i test. E mentre Matthias Mueller diventa il nuovo Ad del colosso tedesco, non c'è da stupirsi se in Borsa le azioni dei costruttori di auto sono state punite dopo l'esplosione dello scandalo. Eppure ora c'è chi pensa che sia tornato il momento di tornare a comprare.
«Su Fiat Chrysler Automobiles, in realtà, siamo sempre stati positivi perché, sia per ragioni tattiche che strategiche, crediamo che il titolo possa dare ancora delle soddisfazioni nei prossimi mesi», sostiene Gabriele Gambarova, analista di Banca Akros specializzato nel settore automotive.
Quali sono le ragioni tattiche? «Il collocamento in borsa di Ferrari a ottobre e l'attribuzione gratis di sue azioni agli investitori Fca a inizio gennaio 2016. Chi è interessato a puntare su Ferrari, attraverso questa strada le pagherà probabilmente meno di quanto dovrà fare aderendo al collocamento».
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E strategicamente, cosa vede di positivo nel gruppo guidato da Sergio Marchionne? «Tira aria di consolidamento: la creazione di un gruppo più grosso potrà avvenire tramite la fusione con General Motors o un altro player. In ogni caso, secondo noi il titolo Fca sarà beneficiato da questo tipo di attesa».
Su Volkswagen, invece, immagino che stiate consigliando prudenza... «A marzo il titolo del colosso di Wolfsburg veleggiava a 250 euro, per poi calare a 170 euro complice il rallentamento in Cina, poi è crollato attorno quota 115 sull'onda del dieselgate. Da giovedì mattina siamo tornati positivi. Le eventuali megamulte colpiranno Volkswagen negli Stati Uniti, mentre in Europa crediamo che sarà esposta alle cause dei clienti e ai richiami delle vetture. Vista la consistenza del parco di auto a gasolio circolanti nel mirino per la vicenda del software, è possibile che si arriverà a una soluzione “politica”, specie se lo scandalo dovesse allargarsi ad altre case. Perché altrimenti il gruppo Volkswagen rischierebbe di essere affossato».
E sulle altre società tedesche, cosa suggerite? «Anche Bmw e Daimler hanno perso parecchio terreno sul listino a causa delle brutte notizie giunte dal mercato cinese. Ora però riteniamo che la discesa possa essere sufficiente e il target price (il valore che l’azione potrà raggiungere nel giro di dodici mesi ndr), per entrambe, è sensibilmente più alto delle quotazioni attuali. Attribuiamo a Bmw un target di 110 euro e a Daimler un target price di 108 euro mentre oggi i due titolo quotano rispettivamente a 76 e 63 euro. È chiaro che, con l'affare “centraline truccate” in piena evoluzione, investire sulle azioni automobilistiche esposte alla tecnologia diesel è una scelta che va fatta consapevoli della sua rischiosità».