Tassi all'11,9%. E secondo l'Istituto di Statistica si registrano 162mila persone in meno in cerca di lavoro. "Significa che il Jobs Act funziona", commenta il premier Matteo Renzi. Ma, intanto, un giovane su dieci un impiego ancora non ce l'ha

Il mondo del lavoro, in Italia, inizia a rimettersi in moto. Ad agosto 2015, infatti, il tasso dei senza lavoro, in calo per il secondo mese consecutivo, si è attestato all'11,9 per cento. Vale a dire ai livelli minimi dal febbraio del 2013. Secondo i dati comunicati dall'Istituto nazionale di Statistica, la flessione è di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,7 punti rispetto ad agosto 2014. Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 5 per cento: un dato a cui nella realtà corrispondono 162mila persone in meno in cerca di lavoro.

Ma non sarebbe l'unico segnale positivo per il nostro Paese. Dopo il +0,1 e il +0,3 per cento di giugno e luglio, il mese scorso anche la stima degli occupati è cresciuta di un altro 0,3 per cento, con un incremento di 69mila unità. Determinante, secondo l'Istat, l'aumento dei lavoratori alle dipendenze (70mila unità in più), in prevalenza a termine (45mila in più). Il tasso di occupazione, dunque, aumenta di 0,2 punti percentuali, arrivando al 56,5 per cento. Su base annua l'occupazione cresce dell'1,5 per cento (con 325mila persone occupate in più), mentre il tasso di occupazione di 0,9 punti.

In parallelo, diminuiscono anche gli inattivi: nell'ultimo mese, infatti, il numero di coloro che non cercano lavoro è calato dello 0,6 per cento, tornando ai livelli di giugno. Il tasso di inattività è pari al 35,6 per cento, in calo di 0,2 punti percentuali. Su base annua l’inattività è in calo dell'1,7 per cento e il tasso di inattività di 0,5 punti.

A smorzare l'entusiasmo, però, arrivano i dati sulla disoccupazione giovanile, di nuovo in aumento: il relativo tasso, infatti, sale di 0,3 punti, attestandosi al 40,7 per cento. La stima degli occupati tra i 15 e i 24 anni aumenta dello 0,8 per cento. Sempre su base mensile il tasso di occupazione giovanile cresce di 0,1 punti percentuali e arriva a 15,5 per cento. La stima dei giovani disoccupati aumenta rispetto al mese precedente del 2,1 per cento, mentre l'incidenza dei giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,6 per cento: in pratica, poco più di un giovane su dieci è disoccupato. Un'incidenza che aumenta, nell'ultimo mese, di 0,2 punti percentuali.

"Le riforme danno frutti, l'Italia riparte. Avanti tutta", scrive intanto su Facebook Matteo Renzi, commentando i dati dell'Istat. "I numeri certificano che il Jobs Act funziona - prosegue il premier - in un anno abbiamo recuperato 325mila posti di lavoro. La disoccupazione era quasi al 14 per cento all'inizio dell'azione del Governo, adesso è sotto il 12 per cento". Entusiasta anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, secondo il quale si tratta di una conferma della tendenza positiva del mercato del lavoro che si affianca alla crescita del Pil, all'aumento degli ordinativi per l'industria e al balzo dell'indice di fiducia di imprese e consumatori.

Critico, invece, Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera: "A Matteo Renzi - scrive su Twitter - falso! Non è vero che il Jobs Act incide sulla creazione di posti di lavoro. Ce ne sarebbero in più solo con una crescita del Pil oltre il 2 per cento".