Via alla disciplina antimobbing anche per chi, in effetti, assunto non è. A renderlo possibile è l’entrata in vigore delle norme di applicazione del Jobs Act, dal primo gennaio, che punta allo stesso tempo a dire addio ai finti contratti “co.co.pro”.
«Dal primo giorno dell’anno», spiega Stefano Maria Corso, dottore di ricerca in Bocconi e collaboratore di Ipsoa Quotidiano, «la disciplina antimobbing propria dei contratti di lavoro subordinato si applica a tutti i nuovi rapporti di collaborazione, a patto che le modalità di esecuzione del lavoro siano organizzate dal committente anche per quel che riguarda tempi e luogo di lavoro. In questo modo da un lato si mira al superamento dei contratti a progetto, dall’altro a una maggiore protezione dei collaboratori autentici».
L’estensione delle tutele contro il mobbing si incasella tra numerose modifiche, che vanno dalla possibilità di demansionamento a parità di salario a quella, molto contestata, di controllare a distanza i lavoratori.