Un Treno della memoria per ricordare la persecuzione degli omosessuali

Per la prima volta negli itinerari per gli studenti è inserito un percorso che si occupa in modo specifico delle discriminazioni subite dalle persone omosessuali durante il nazismo. Internati in gran numero nei lager (si stima tra le 10 e le 15mila persone) nei lager, migliaia di loro andarono incontro alla morte

Nel 2016, per la prima volta, partirà per Auschwitz un 'treno della memoria' a tematica LGBT (lesbica, gay, bisessuale e transessuale).  La persecuzione delle persone omosessuali attuata durante il periodo nazista viene comunemente definito come “sterminio dimenticato” perché poco raccontato nei libri di storia. 

Ora, poiché lo scopo del Treno della Memoria è la formazione di giovani cittadini attivi e consapevoli, il consentirà non solo di ripercorrere qui tragici eventi ma anche di affrontare le drammatiche discriminazioni di oggi. Le stesse tappe del tragitto - Praga, Cracovia e Budapest - sono uoghi dove ancora oggi non è facile per le persone omosessuali vivere la propria condizione.
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I numeri
Nel 2016 il Treno della Memoria porterà circa 3.000 passeggeri fra studenti e privati cittadini da tutto il territorio nazionale e in particolare da Lombardia, Trentino, Piemonte, Puglia e Sicilia. La prima partenza è prevista per l’8 febbraio. Il treno a tematica LGBT partirà il 9 marzo.

La persecuzione degli omosessuali durante il Terzo Reich

Il 175 è il numero del paragrafo per cui migliaia e migliaia di persone omosessuali nella Germania nazista subirono arresti, punizioni, deportazioni nei campi di concentramento. Il paragrafo 175 era un articolo del codice penale tedesco risalente al 1871 che recitava “La fornicazione contro natura, cioè tra persone di sesso maschile ovvero tra esseri umani ed animali, è punita con la reclusione; può essere emessa anche una sentenza di interdizione dai diritti civili.”
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Nel 1935, dopo l’ascesa al potere dei nazisti, venne inasprito, prevedendo una punizione per qualsiasi “atto osceno” tra due uomini, incluse anche le “fantasie omosessuali”. Le pene vennero inoltre raddoppiate, passando da 5 a 10 anni di carcere. Già dal 1933 iniziarono le prime deportazioni di persone omosessuali nei campi di concentramento: presto i prigionieri verranno contraddistinti con un triangolo rosa. Si stima che furono circa 100.000 le persone arrestate per violazione del paragrafo 175 in Germania dal 1933 al 1945. Un gran numero di omosessuali - stimabile fra 10.000 e 15.000 - fu internato nei campi di concentramento.
Ve ne morirono molti, tra le 6.000 e le 9.000.

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L’omosessualità femminile non veniva punita dal paragrafo 175. Tuttavia, molte lesbiche, marchiate con il triangolo nero, furono imprigionate in quanto “asociali”  e subirono tentativi di rieducazione, esperimenti, violenze sessuali e/o furono costrette a prostituirsi. Nel campo di Flossenburg le detenute lesbiche furono costrette a offrirsi ai gerarchi nazisti in un bordello apposito. Anche le associazioni per donne omosessuali e i bar e i locali per donne gay dovettero affrontare la persecuzione nazista e la relativa chiusura.

Circa novanta furono invece le condanne al confino per omosessualità tra il 1936 e il 1939 nell’Italia fascista. Seppur l’omosessualità non fosse esplicitamente punita dal codice penale italiano, diverse decine di omosessuali vennero allontanati dalla vita comune e inviate sulle isole Tremiti o a Ustica. Per molti altri gay invece vennero adottate punizioni corporali, ammonizioni e/o licenziamenti dai pubblici uffici.


Il progetto

Il Treno della Memoria, promosso dall’omonima associazione nazionale impegnata nel sostegno ai percorsi di cittadinanza attiva e nella difesa della dignità e i diritti delle persone, è un un percorso educativo che comincia a novembre e si conclude in primavera, coniungando testimonianze dirette della storia, incontri e laboratori con la finalità di formare nuovi cittadini attivi nel costruire la realtà che li circonda.


Dall’anno scorso, nella consapevolezza dell’importanza di mantenere viva la memoria di quanto accaduto e di quanto sia necessario costruire un’Europa fondata sulle sue ceneri, il progetto è stato ampliato con l’introduzione di alcune tappe di avvicinamento che arricchiscono il senso di pellegrinaggio laico del Treno della Memoria abbracciando metaforicamente tutta l’Europa. I partecipanti provenienti da tutta Italia, divisi in gruppi, potranno scoprire e vivere in prima persona luoghi simbolo e momenti fondanti del “secolo breve”.

Ogni gruppo vivrà una tappa differente con l'esperienza che questa porta con sé. Fra le altre: Budapest e il tema dei Giusti attraverso i luoghi di Giorgio Perlasca e Raoul Wallemberg; Praga città simbolo dell’ideologia nazista dello spazio vitale e centro di deportazione e sterminio con il campo di Terezin, tristemente noto come il campo dei bambini; Lviv in Ucraina e il tema dei luoghi di sterminio dimenticati; Fossoli e la Risiera di San Sabba luoghi simbolo della responsabilità italiana nella discriminazione e nello sterminio; il Nordest della Polonia con il Campo di sterminio di Belzec, creato con l’unico scopo di eliminare gli ebrei non appena arrivati al campo, a differenza di quelli esistenti e di Auschwitz, dove una buona parte dei prigionieri veniva fatta lavorare fino all’esaurimento prima di venire assassinata.

Negli anni il treno ha ottenuto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, il patrocinio del Parlamento Europeo e della Camera dei Deputati. Collabora stabilmente con ANPI, ANED, ANCI, Museo diffuso della Resistenza, Museo di Auschwitz e Birkenau, Museo Fabbrica di Shindler, Fondazione Museo Storico di Trento, Fondazione ex campo Fossoli, Istituto di cultura Italiana a Cracovia.

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