"La perizia riconosce finalmente l'esistenza delle fratture sul corpo di mio Stefano e i danni che hanno causato. Ma poi si contraddice per il timore delle conseguenze politiche. Ecco perché si parla di epilessia". L'intervento di Ilaria Cucchi per l'Espresso

Dopo dieci mesi è finalmente arrivata la perizia Introna.

Non avevamo certo fatto mistero del fatto che avevamo più di un motivo per nutrire forti perplessità sulla libertà di giudizio del professor Introna per via della sua appartenenza alla Massoneria, sia pure "in sonno", per i suoi trascorsi politici legati ad uno schieramento politico nelle cui file vi erano alcuni esponenti di spicco che mai erano stati teneri con Stefano. L'onorevole La Russa, in testa, che quando morì mio fratello si affrettò ad escludere in modo pubblicamente perentorio la responsabilità dei Carabinieri. Lo fece come Ministro della difesa.

Vi era poi la evidente inimicizia tra il perito Introna ed il nostro consulente professor Fineschi che aveva spinto il secondo a rinunciare all'incarico lasciandoci da soli, ad alimentare ulteriormente la nostra inquietudine.

Le modalità poi con le quali si sono tenute le riunioni peritali non mi hanno certamente tranquillizzata. Ora abbiamo una perizia che tradisce in modo evidente quella incapacità intellettuale di prendere una posizione netta di fronte alla verità.

La semplice verità che può essere riassunta in una breve e serrata sequela di accadimenti che riassumo nell'esatto modo che emerge da ogni verbale, da ogni carta, da ogni voce del processo: Stefano è stato arrestato il 15 ottobre del 2009 dopo essere uscito dalla palestra dove si allenava regolarmente, è stato poi sottoposto ad violentissimo pestaggio nel quale venivano fratturate due vertebre della colonna vertebrale, è stato poi per questo fatto portare al pronto soccorso del Fatebenefratelli dai sanitari del carcere di Regina Coeli "con estrema urgenza". È finito ricoverato al Sandro Pertini dove, sei giorni, dopo è morto.

Non occorre essere scienziati per capire cosa è accaduto e perché.

Il professor Introna ed il suo collegio hanno finalmente riconosciuto l'esistenza di quelle stesse fratture che erano state diagnosticate persino dai medici della struttura sanitaria coinvolta nel suo decesso.

Introna ed il suo collegio hanno finalmente riconosciuto il fatto che quelle fratture vertebrali avessero provocato danni neurologici tali paralizzargli la vescica, andando a determinare la formazione di quell'agghiacciante e drammaticamente visibile globo vescicale.

Il professor Introna ed il suo collegio peritale hanno infine riconosciuto l'evidenza di ciò che da anni noi andiamo sostenendo: è stato quel globo, è stato quel danno provocato che hanno innescato il meccanismo biologico letale che ha fermato il suo cuore.

Queste sono le preziose verità scientifiche che il perito è stato costretto a riconoscerci.

Ma poi il perito ha avuto paura. Paura delle conseguenze "politiche" che avrebbero avuto queste verità tanto evidenti da essere banali. Verità per le quali ho avuto la sensazione in questi anni che non si dovesse mai, a tutti i costi, dichiarare.

Allora il perito mette le mani avanti e dice che non è possibile comunque arrivare con certezza ad una sicura causa di morte ma si possono formulare solo ipotesi.

Allora il perito ipotizza anche una più "rassicurante" epilessia che potrebbe aver portato via Stefano, dando a questa ipotesi maggior credibilità, salvo poi affannarsi a precisare, mettendo le mani avanti, che non vi sono assolutamente elementi obiettivi che possano confortarla, e che da sola, senza le condizioni estremamente precarie di mio fratello non avrebbe mai potuto portarlo a morte.

Allora il perito si affanna a rassicurare tutti noi che i traumi inflitti a Stefano Cucchi non hanno avuto alcun ruolo sulla sua morte. Insomma non si tratta di un omicidio.

E questo vale anche e soprattuto per il "pericolosissimo" globo vescicale. Ma perché se poco prima ha detto esattamente il contrario? Perchè se i sanitari lo avessero curato, lo avessero svuotato, Stefano non sarebbe morto.

Lascio a voi ogni commento. Non sono una giurista e faccio affidamento sui magistrati della Procura.
Ma una cosa la posso dire.

Sembra proprio che il perito Introna abbia paura della verità.