Ecco tutte le novità del provvedimento in 22 articoli che dopo essere stato licenziato dal Senato aspetta il via libera della Camera. Dall'introduzione del congedo paternità alle tutele in caso di clausole abusive e ritardati pagamenti

Jobs Act 2. Così il governo ha ribattezzato il provvedimento licenziato pochi giorni fa dal Senato e che aspetta il via libera della Camera per completare il processo di riforma del mercato del lavoro. Il testo introduce per la prima volta una disciplina organica per tutti quei lavoratori autonomi che negli anni della crisi sono stati costretti a “mettersi in proprio” pur di lavorare.

Una forza lavoro che di fronte alle imprese che non assumevano più, ha accettato consulenze al massimo ribasso e con diritti zero pur di sbarcare il lunario. Per capire la dimensione del fenomeno basta consultare i numeri diffusi dall'ultimo bollettino dell'Osservatorio delle partite Iva del Ministero dell'Economia e delle Finanze che a settembre 2016 ha registrato circa 39 mila nuove aperture. 

Cosa disciplina nello specifico questo provvedimento?
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Per la prima volta vengono introdotte “misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi di lavoro”. In parole povere chi fino ad oggi ha visto le tutele riservate ai lavoratori dipendenti come una chimera, comincia ad intravedere una luce in fondo al tunnel. Il provvedimento che si compone di 22 articoli disciplina il regime reddituale dei rimborsi spese, viaggio e spese per la formazione, introduce il congedo paternità, estende le indennità per la maternità; introduce tutele specifiche in caso di clausole abusive e ritardati pagamenti.

Uno sportello dedicato nei centri per l'impiego
Fino ad oggi sono rimasti fuori. Ma a dimostrazione di quanto sia ampia la platea delle partite Iva e di quanto oggi rappresentino il nuovo precariato, il provvedimento istituisce uno sportello ad hoc nei centri per l'impiego. Lì dove domanda e offerta di lavoro si dovrebbero incontrare, sarà possibile ricevere assistenza anche su come avviare una attività autonoma, come accedere au benefici e i finanziamenti pubblici disponibili, come accedere agli appalti pubblici. 

Tutele per i ritardati pagamenti
Fino ad oggi la legge ha tutelato solo le imprese contro i ritardati pagamenti della pubblica amministrazione. Con l'entrata in vigore della legge, le tutele del decreto legislativo 231/2002 si estendono anche ai lavoratori autonomi. Il lavoratore autonomo avrebbe diritto così agli interessi che decorrono in forma automatica alla scadenza dei termini fissati dal contratto per il pagamento dei compensi. 


Si estende il congedo parentale
Il congedo parentale diventa più ampio. Per le lavoratrici ed i lavoratori iscritti alla Gestione separata INPS e non iscritti ad altra forma pensionistica obbligatoria né titolari di trattamento pensionistico (collaboratori, professionisti, associati in partecipazione) la disciplina vigente riconosce un'indennità per congedo parentale per massimo tre mesi entro il primo anno di vita del bambino (ovvero, in caso di adozione o di affidamento, entro il primo anno di ingresso in famiglia). Il diritto al trattamento è riconosciuto alle lavoratrici che abbiano tre mensilità di contribuzione nei 12 mesi precedenti i due mesi anteriori alla data del parto. 
Le nuove disposizioni estendono il congedo parentale anche ai padri iscritti alla Gestione separata, elevano il limite di durata del trattamento da tre a sei mesi, ampliano il periodo di fruizione da 1 a 3 anni di vita del bambino. La norma vale anche in caso di adozione di un minore. Se i trattamenti economici per congedo parentale sono fruiti da entrambi i genitori non devono superare complessivamente il limite di 6 mesi. Potranno accedere al beneficio anche quelle madri che l'anno precedente all'entrata in vigore della legge avrebbero avuto diritto, ma non ne hanno usufruito.


Tutela della gravidanza, malattia ed infortunio
Fino ad oggi avere un figlio e ammalarsi per una partita iva era un lusso non sostenibile. Il disegno di legge introduce delle tutele minime per  i lavoratori in particolari momenti della propria vita. Durante questi periodi non sarà più possibile l'estinzione del rapporto di lavoro, ma si attiva una sospensione per 150 giorni. Durante il periodo di gravidanza, malattia e infortunio, che impediscono lo svolgimento dell'attività lavorativa (se superiori a 60 giorni) sono sospesi i versamenti dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.

Indennità di maternità
Per accedere all'indennità non sarà più necessario astenersi dal lavoro. Il provvedimento in esame cancella il requisito dalla legge. In sostanza una mamma avrà la possibilità di ricevere l'assegno anche continuando a lavorare. 

Divieto di abuso di dipendenza economica
Lo stato di dipendenza economica risiede nella disparità di potere contrattuale fra due contraenti, che può determinare un eccessivo "squilibrio" nelle rispettive prestazioni e nella mancanza di reali possibilità per il contraente debole di reperire nel mercato alternative soddisfacenti. L'abuso consiste nell'imposizione, da parte dei committenti, di condizioni contrattuali gravose o discriminatorie per il professionista come: compensi non adeguati, clausole di esclusiva, ritardi nei pagamenti, e di condizioni lavorative che limitano la possibilità del lavoratore autonomo di proporsi al mercato esterno. 

Il lavoratore autonomo debole che versa in una situazione di dipendenza economica potrebbe vedersi tutelato rivolgendosi al giudice per chiedere la nullità del patto, azioni inibitorie e risarcimento danni. Tuttavia la Nidil Cgil, sigla sindacale che raccoglie i lavoratori atipici e le nuove professioni, solleva seri dubbi sulla praticabilità dello strumento, perché se un lavoratore è in stato di dipendenza economica difficilmente avrà la forza di denunciare il proprio datore di lavoro. 


Spese di formazione
Attualmente il lavoratore autonomo può dedurre dal reddito le spese sostenute per master, corsi di aggiornamento e formazione per un importo pari al 50 per cento.
Una volta approvato in via definitiva il provvedimento, le spese saranno totalmente deducibili per un importo massimo di 10mila euro l'anno ed entro il limite annuo di 5mila euro tutte le spese sostenute per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’auto-imprenditorialità.

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