L'ex governatore lombardo Roberto Formigoni è stato condannato a 6 anni di carcere nel processo sul caso Maugeri per due capi di imputazione di corruzione, a 6 anni di interdizione dai pubblici uffici e alla confisca di circa 6,6 milioni di euro, tra cui la quota del 50 per cento di proprietà di una villa in Sardegna il cui acquisto era stato uno dei punti al centro dell'inchiesta. Il Celeste è stato invece prosciolto per il reato di associazione a delinquere
Nello stesso processo i giudici di Milano hanno condannato anche i presunti collettori delle tangenti, Pierangelo Daccò, a 9 anni e due mesi, e l'ex assessore regionale, Antonio Simone, a 8 anni e 8 mesi. Condannati anche l'ex direttore amministrativo della Maugeri, Costantino Passerino, a 7 anni, e l'imprenditore Carlo Farina a 3 anni e 4 mesi. Sono stati invece assolti l'ex direttore generale dell'assessorato alla sanità, Carlo Lucchina, l'ex segretario generale del Pirellone, Nicola Maria Sanese, l'ex membro dei Memores Domini Alberto Perego, e l'ex moglie di Simone, Carla Vites.
Come nasce l'inchiesta. L'inchiesta che ha portato alla condanna di Formigoni nasce nell'estate 2011 dal suicidio di Mario Cal l'ex manager dell'ospedale privato San Raffaele fondato da don Luigi Verzè. Indagando sulle cause del suicidio, la procura di Milano (pm Laura Pedio con l'attuale procuratore Francesco Greco) scopre un colossale sistema di false fatturazioni con i fornitori per creare fondi neri, con cui l'ospedale religioso ha pagato per anni tangenti alla regione Lombardia per ottenere leggi e provvedimenti di favore.
La Guardia di Finanza accerta che i due tesorieri ciellini Pierangelo Daccò e l'ex assessore regionale Antonio Simone, già condannato per corruzione ai tempi di Tangentopoli, hanno nascosto circa 80 milioni di euro in una rete di conti esteri controllati attraverso anonime società offshore. Quei fondi neri sono stati versati, oltre che dal San Raffaele, dalla fondazione Maugeri di Pavia che controlla varie cliniche private convenzionate con la regione Lombardia.
I manager della Maugeri vengono arrestati e confessano di aver versato decine di milioni ai due tesorieri di Comunione e Liberazione per ottenere finanziamenti straordinari, aggiuntivi e discrezionali, dal sistema sanitario lombardo che per circa vent'anni è stato sotto il controllo degli uomini di Formigoni.
[[ge:espressoarticle:eol2:2193450:1.47646:article:https://espresso.repubblica.it/palazzo/2012/10/24/news/quanto-ci-e-costato-il-celeste-1.47646]]Il cerchio si chiude quando quando le indagini delle Fiamme Gialle scoprono che l'ex presidente della Regione, tutt'ora senatore della Repubblica, ha beneficiato personalmente di almeno otto milioni di euro, che Daccò e Simone gli hanno messo a disposizione pagandogli una vita da nababbo: beni e regali di lusso, vacanze gratis ai Caraibi in alberghi da decine miglia di euro, cene esclusive, affitti di yatch per crociere estive e molti altri regali costosissimi.