“Prima pagina”, la storica trasmissione di Radio3 (tutte le mattine dalle 7,15 alle 8,40 circa), una delle più longeve della nostra radio, compie 40 anni. Nasceva infatti il 15 marzo 1976, inaugurando, ante litteram, la serie dei programmi che oggi definiremmo interattivi. Ogni settimana, a turno, un giornalista legge gli articoli più interessanti dei quotidiani per poi commentarli, attraverso le domande degli ascoltatori, nel filo diretto che si snoda nella seconda parte della trasmissione.
Per il compleanno, martedì 15 alle ore 21, dalla sala A di via Asiago andrà in onda “La Festa di Prima Pagina. 40 anni di giornalismo e di radio”. Conduce il direttore di Radio3 Marino Sinibaldi, intervengono molti dei giornalisti che si sono alternati al microfono. Stacchi musicali al pianoforte a cura di Lorenzo Hengeller (diretta streaming video sul sito radio3.rai.it)
Sono uno dei giornalisti che, in media una volta l'anno, conduce “Prima pagina”. Ho la fortuna di abitare molto vicino a via Asiago e dunque la sveglia suona alle 5,30. Molto presto, ma più tardi rispetto a chi deve magari attraversare Roma. La capitale, a quell'ora semideserta, è solitamente un incanto. Uno si chiede (ma poi si pente del pensiero) a quante albe abbia rinunciato in vita sua a favore del letto. Pure la sede Rai è come se fosse abbandonata in quel momento del giorno che non è ancora del giorno. All'ingresso, il pacco dei giornali da sfogliare il più velocemente possibile per avere un panorama completo e non perdersi qualcosa di indispensabile che gli esigenti e attentissimi ascoltatori rimprovererebbero durante il filo diretto.
La redazione viene in soccorso con caffé e acqua minerale (naturale, grazie). Anche con le segnalazioni di notizie importanti avvenute nel cuore della notte. Ma davanti a quella massa di carta si è comunque soli. Si scruta l'orologio dello studio che corre implacabilmente verso le 7,15 sempre con l'ansia di non farcela. E si organizza la scaletta secondo criteri che variano perché la variabilità è l'essenza stessa del giornalismo (in questo senso il giornalismo è un antidoto alla noia). Talvolta una notizia domina su tutte e va privilegiato il taglio che ciascuna testata fornisce per dare conto del pluralismo. Talvolta ogni foglio sceglie un'apertura diversa e si dà conto di come le gerarchie cambino. C'è da cercare, anche, un equilibrio tra avvenimenti italiani ed esteri, tra cronaca e cultura. Per finire, almeno nel mio caso, con alcune curiosità. La libertà è totale. Un privilegio, e una responsabilità.
Non c'è abitudine, o forza della consuetudine, che metta al riparo da quel sottile tremore che, in vista dell'inizio, prende per una selezione troppo lunga, o troppo corta. In fondo i giornalisti chiamati a condurre sono dilettanti del mezzo radiofonico non così adusi all'orologio-tiranno. Ogni settimana cambia la voce, lo stile, la postura. E forse è proprio questo il segreto di un successo lungo 40 anni.
I giorni più difficili sono quelli di metà settimana. Mercoledì-giovedì. L'adrenalina da prestazione comincia a cedere il campo alla stanchezza. Non si è abituati a certe levatacce. Ed è impossibile, se si hanno abitudini diverse, “andare a letto presto la sera” per recuperare. La domenica, ultimo giorno, non è una liberazione ma lascia il sapore amaro di una mancanza. Perché noi della carta stampata non siamo abituati al confronto diretto col pubblico (ora un po' di più, per via dei social) ad avere un riscontro immediato rispetto al nostro “prodotto”. Gli ascoltatori telefonano, ma poi scrivono, decine di lettere al giorno, contestano, eccepiscono, chiedono pareri. Stanchezza tanta eppure si pensa già, con piacere: quando mi toccherà la prossima volta?
Attualità
14 marzo, 2016La storica trasmissione di Radio3, nata il 15 marzo 1976, celebra il suo quarantesimo compleanno con una edizione speciale che chiama a raccolta molti dei giornalisti che si sono alternati al microfono
Prima pagina, 40 anni di giornalismo e di radio
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