Totò Cuffaro è stato un politico amatissimo in Sicilia, questo è innegabile. La sua rete di clientele l'ha portato fino al governo della Regione. E anche a Niscemi ha i suoi fan. Come il vicesindaco Rosario Meli, un lungo trascorso in Udc, che sarà il moderatore dell'incontro. Appuntamento, tra l'altro, che si terrà in uno luogo particolare: al centro socio culturale intitolato a un primo cittadino che si è battuto duramente contro i clan del territorio, Totò Liardo.
A Niscemi tocca anche questo. Già ostaggio degli interessi della Difesa americana, che nel cuore della riserva naturale ha realizzato il Muos: il radar militare che fa ancora molto discutere e che ha portato i cittadini in piazza decine di volte.
Cuffarò verrà quindi accolto con tutti gli onori del caso. Il suo passato a Rebibbia è ormai un lontano ricordo. Ha scontato la pena a 7 anni leggendo e pregando. E ricevendo visite. Tante visite da amici, colleghi politici e parenti. Colloqui, peraltro, finiti sotto la lente degli inquirenti di Roma. Quarantuno indagati, tra cui Simona Vicari, sottosegretario Ncd nel governo Renzi.

«Caro Marco» preannuncia Cuffaro in una lettera finita agli atti e scritta a uno degli indagati «verrai invitato ad una manifestazione che stiamo facendo in carcere, così potrai stare un po' insieme a me e potremo parlare. Ufficialmente vi inviterà un'associazione che non ha nulla a che fare con me». Le persone coinvolte dovranno rispondere di aver falsamente attestato lo status di collaboratori parlamentari che ha consentito loro di accedere all'interno di Rebibbia e ad avere colloqui "privati" (al riparo da intercettazioni) con l'ex governatore della Sicilia.
Totò “Vasa vasa” però non è indagato. A differenza dei parlamentari nazionali ed europei che si sono portati dietro "amici" di Cuffaro spacciandoli come loro collaboratori. Oltre a Simona Vicari nell'elenco dei furbetti e compari dell'ex presidente ci sono Vladimiro Crisafulli, Calogero Mannino e Saverio Romano.
A Niscemi, invece, l'invito è trasparente. Niente inganni. La presentazione del libro è la scusa per ritrovare un governatore che in quel territorio aveva un importante feudo elettorale e diverse proprietà di terreni (come raccontato da l'Espresso nel 2008).
Il sindaco Francesco La Rosa ha concesso spazio, logo e presenza. E poco importa se solo una settimana fa ha inauguarato con alcuni imprenditori del luogo la prima, e tanto attesa, associazione antiracket di Niscemi. Come dire: dall'antimafia a un condannato per mafia.
Non tutti i niscemesi, però, hanno mandato giù la presenza di Cuffaro e soprattutto la presenza degli amministratori all'incontro. Il Pd, per esempio, con l'ex sindaco Giovanni Di Martino, simbolo antimafia negli anni in cui ha governato il territorio, ha scritto un comunicato di fuoco: «Siamo fermamente convinti che nel contrasto alla mafia un ruolo fondamentale lo gioca la diffusione e la formazione culturale per la legalità che implica innanzitutto assunzione di responsabilità per una netta demarcazione tra chi la mafia la vuole combattere sul serio e chi si è macchiato di gravi reati a danno della collettività. Altrettanto occorre fare nei confronti di quei settori della società che con la mafia ha voluto dialogare, fare affari e carriere politiche che non meritano affatto nessuna considerazione e anzi dovrebbero essere posti ai margini ed isolati. Tale mia valutazione ho il dovere di farle pervenire, come lettera aperta, nella convinzione che a volte il tentativo della mafia e della cultura mafiosa di acquisire il consenso sociale di una comunità, serve alla mafia, più di quanto possa ricevere da un’attività lucrosa, illegale e criminale».
C'è poi in ballo un'altra questione etica. Niscemi fa parte della rete di Avviso Pubblico, l'associazione di enti locali contro le mafie. Il municipio nisseno è iscritto da molti anni, proprio per volere di Di Martino, a cui i boss del paese hanno fatto saltare in aria un'auto dopo alcuni provvedimenti presi contro l'infiltrazione dei clan negli appalti pubblici.
Può un ente che firma protocolli per la legalità e contro la mafia patrocinare un incontro dove si loda il Cuffaro politico e si mette in dubbio la sentenza dei giudici che lo hanno condannato? Il Cuffaro politico, che per le sue relazionali trasversali e per la sua disponibilità a stringere qualsiasi mano è stato condannato per complicità con la mafia.