Il paradosso della Calabria senza magistrati. Dove regnano le 'ndrine. Più di 4 affiliati. Affrontati da un piccolo gruppo di togati. Nel rapporto firmato da Rosy Bindi e approvato dalla Commissione antimafia c'è tutto il malessere degli uffici giudiziari. Abbandonati. Con troppi pochi uomini. Un situazione insostenibile

Centosessanta cosche di ’ndrangheta con più di 4 mila affiliati. Un esercito. Contrastato da un ristrettissimo gruppo di magistrati. Una lotta impari. Eppure, i governi dalle parole non sono mai passati ai fatti. Il potenziamento degli uffici giudiziari calabresi non ?è in agenda. Anzi, con la previsione ?di sopprimere le Corti d’Appello ?dei distretti con meno di un milione ?di abitanti, Reggio Calabria rischia ?di doverne fare a meno. La denuncia ?è della presidente dell’Antimafia Rosy Bindi. Che definisce la situazione «insostenibile» in un documento approvato dalla commissione, letto ?da “l’Espresso”, che conclude con alcune proposte concrete. Su tutte: ampliamento dell’organico e incentivi per i giovani magistrati che scelgono sedi disagiate.

Solo nella provincia di Reggio, per esempio, operano più della metà dei clan. A fronte di una squadra di pm composta dal procuratore capo, tre aggiunti e 26 sostituti. «Trenta magistrati inquirenti per 24 giudici ?nel penale e 16 nel civile. Il Tribunale di Reggio Calabria dovrebbe avere ?una pianta organica di 50 magistrati. In realtà opera con 33 giudici» si legge nella relazione, che prosegue: ?«È emerso che mentre a Roma per ogni pm ci sono 3,79 giudici, a Milano 3,41, a Napoli 2,98, a Reggio Calabria - immaginando coperti tutti i posti della pianta organica - c’è 1,66 giudice ogni pm».

L’ufficio di Reggio Calabria più in difficoltà è la sezione Gip-Gup. Il filtro, cioè, attraverso cui gli inquirenti devono passare per ottenere arresti, intercettazioni, rinvii a giudizio. L’ufficio dovrebbe avere 12 giudici, ma ne ha solo 8 e devono occuparsi di 378 processi. Con una media di 47 procedimenti a testa. C’è, poi, tutto ?il lavoro di scrittura delle ordinanze. All’ufficio sono arrivate 12.916 tra richieste di intercettazioni, arresti e autorizzazioni varie. Non se la passa bene neppure la sezione che deve giudicare: due giudici e un presidente per migliaia di dibattimenti.

A Locri stesse criticità. Procura e Tribunale hanno competenza su un territorio vastissimo: 41 Comuni. Molti di questi sono stati sciolti per mafia. L’organico del Tribunale di Locri prevede 27 giudici ma «mancano sei giudici e due presidenti di sezione». E all’ufficio ?Gip-Gup, lavorano solo due magistrati su tre. Per 2.474 indagati e altrettanti indagini contro ignoti. Infine Catanzaro. Il distretto giudiziario ?più grande per utenti dopo quelli ?di Napoli e Palermo. Che, però, ?ha il minor numero di magistrati dell’accusa: sei pm costretti a presidiare i due terzi della regione. Anche qui la sezione Gip-Gup è in grande sofferenza. Nel 2015 ha gestito 10.513 nuove procedimenti contro noti e 9.189 contro ignoti ?e ha scritto 438 ordinanze cautelari personali per mafia (più di una al giorno). Una montagna di carta che pesa sulle spalle di sei soli giudici.

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