E' stata madrina delle tante associazioni nate nel nome di Libero Grassi: da Messina, Catania, Siracusa e Ragusa. Ma è stata indispensabile anche per l’allargamento del movimento verso una dimensione nazionale. Il ricordo di Tano Grasso

Per tutti noi si tratta di una perdita straordinaria e incolmabile. Per tutti noi Pina Maisano è stata molto più di una  testimone della vita di Libero Grassi: è stata una decisiva protagonista della crescita del movimento antiracket in Italia dopo la nascita dell’associazione di Capo d’Orlando e la denuncia di Libero.

Ricordo quella prima volta che la incontrai nell’appartamento in cui viveva con Libero. La mattina si era verificato l’omicidio e la sera accolse me e l’avvocato dell’ACIO, il compianto Piero Milio. Erano passate poche settimane da quando, per la prima volta in Italia, un’associazione di commercianti contro il pizzo si costituiva parte civile nel tribunale di Patti; e da lì a poco sarebbe iniziato il noto processo alle famiglie mafiose di Tortorici con la testimonianza in aula dei commercianti di Capo d’Orlando. Già quella sera capimmo di avere a che fare con una donna straordinaria: era lei a consolare noi e a darci speranza.

Da allora è iniziato un cammino comune delle associazioni antiracket con Pina, Davide e Alice. Lei è stata  madrina delle tante associazioni antiracket nate subito dopo nel nome di Libero Grassi nelle province di Messina, Catania, Siracusa, Ragusa. Lei è stata protagonista dell’allargamento del movimento antiracket fuori dalla Sicilia assumendo, così, una dimensione nazionale; ad esempio, Pina ha tenuto a battesimo la prima associazione della Puglia nel gennaio del 1992 a San Vito dei Normanni in provincia di Brindisi.

Con lei abbiamo condiviso un percorso segnato da sconfitte, enormi difficoltà ma anche da successi e gioie. Da un lato, basti pensare ai due omicidi di imprenditori a distanza di poco più di un anno a Foggia (Giovanni Panunzio) e a Gela (Gaetano Giordano); basti pensare a tutti quegli sforzi che insieme abbiamo fatto per più di 10 anni per far nascere anche a Palermo un’associazione antiracket: la stragrande maggioranza degli imprenditori sceglieva ancora  di convivere con l’acquiescenza alla mafia e quei nostri sforzi non ebbero risultato; basti, ancora, ricordare il dolore decennale di fronte al tentativo di rilanciare la Sigma, quella fabbrica con oltre 100 dipendenti per la cui difesa  Libero sacrificò la vita; quasi un decennio di indifferenza e di incapacità delle istituzioni.

Poi ci sono i successi e i risultati: l’azienda per fortuna ha ripreso a produrre e a vendere; soprattutto Palermo è cambiata e gli imprenditori hanno iniziato a denunciare come mai prima. Negli ultimi dieci anni Pina ha vissuto una nuova giovinezza grazie all’esperienza straordinaria dei ragazzi di Addiopizzo che hanno allargato l’esperienza antiracket anche ai cittadini consumatori.

Da oggi siamo più soli. Non avremo il sorriso di Pina, la sua pacatezza, i suoi saggi consigli e, soprattutto, non avremo il suo inarrestabile entusiasmo. Da oggi abbiamo una ragione in più per continuare nel nostro impegno nel nome di Libero Grassi e di Pina Maisano. Sappiamo bene di poter fare affidamento sulla sensibilità e le capacità di Davide e Alice.

*Presidente onorario della FAI (Federazione Antiracket Italiana)