I fondatori sono italiani, giovanissimi. E hanno comprato un’antenna ?da ricezione satellitare per convogliare i dati e adeguare le mappe di Google, lavorare nel campo biomedicale, effettuare servizi di tracciamento per ?la sicurezza urbana
Come una foglia che galleggia nella spazio, lieve ?ma allo stesso tempo concreta. La parola “leaf” in inglese vuol dire appunto “foglia” ed è riconoscibile anche da chi ?di business spaziale è del tutto a digiuno. Quando i fondatori di
Leaf Space - Matteo Baiocchi, Jonata Puglia e Michele Messina - hanno dato vita alla loro startup avevano in mente proprio questa idea: nessuna competizione con i grandi gruppi industriali della missilistica e dei satelliti, come Avio, Finmeccanica, Thales. Bisognava andare dove ?nessuno orbitava: un servizio di telecomunicazioni, “Leaf Line”, per raccogliere i dati che arrivano sulla Terra dalla moltitudine di satelliti presenti in orbita e restituirli in tempo reale su una piattaforma digitale, realizzata con un software creato da loro.
I tre ragazzi, conosciutisi al Politecnico di Milano, hanno scommesso su uno dei possibili business del futuro. Nel 2016 nel mondo sono stati lanciati 150 micro satelliti (dieci volte meno costosi dei satelliti tradizionali), in grado di trasmettere una quantità enorme di dati.
Così i tre fondatori hanno comprato un’antenna ?da ricezione satellitare a Vimercate, in Brianza, grazie alla quale convogliare i dati e lavorarli nella sede scelta per la loro start up, a Torino. Per farci cosa? Adeguare le mappe di Google che a oggi sono aggiornate ?ogni tre settimane, lavorare nel campo biomedicale, effettuare servizi di tracciamento per ?la sicurezza urbana e in mare, per la logistica o la ricerca scientifica. Dal 2014 l’azienda ha portato a bordo un finanziamento da un milione ?di euro concesso dalla Red Seed Ventures, per acquistare nuove antenne e coprire una porzione più ampia di territorio.
Come prima realtà del settore attiva in Italia,
Leaf Space ha stretto partnership con altre startup, come la sudamericana Satellogic, produttrice di nano satelliti, o la svizzero-israeliana SpacePharma, lanciata nella sperimentazione medicale ?in micro gravità. Ai fondatori nel 2015 si sono poi aggiunti Caterina Siclari e Giovanni Pandolfi e, grazie anche al loro lavoro, l’azienda ha ottenuto il sostegno dell’Agenzia Spaziale Italiana e un altro milione ?di euro di finanziamenti, nell’ambito del piano europeo Horizon 2020.
I cinque imprenditori contano di iniziare a brillare nel 2018, quando ?il fatturato dovrebbe salire ?a 5 milioni, mentre già ora progettano di assumere sette persone.