Il Restoring Family Links (Rfl) ha il compito di favorire il ricongiungimento familiare. Per non lasciare solo chi ha perso i contatti con i propri cari. Nel video lancio del servizio umanitario, il contributo solidale dell'attore che ha prestato la sua voce

«La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato». Lo dice l’art. 6, comma 3, della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. E la Convenzione di Ginevra «raccomanda ai governi di disporre i provvedimenti necessari per garantire l'unità del nucleo familiare del rifugiato». Ma spesso il diritto al ricongiungimento familiare esiste solo sulla carta. Per questo c’è il Restoring Family Links (Rfl) della Croce Rossa Italiana. Un servizio nato in tempo di guerra e che oggi si concentra sulla difesa dei legami parentali dei migranti.

Gli operatori Rfl offrono la possibilità di inviare messaggi scritti o verbali, i cosiddetti “salamat” (parola farsi che significa salute), di fare telefonate ai propri familiari e di ricaricare i telefoni cellulari. Oppure, in caso di persone scomparse, facilitano le procedure legali di identificazione tra i familiari e le autorità. In vista dell’anniversario del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, la Croce Rossa ha diffuso un video con la voce di Luca Zingaretti per promuovere il servizio.



Molte ricerche vengono effettuate con lo strumento “Trace The Face”, un progetto curato da 28 società di Croce Rossa europee che permette di diffondere sul sito tracetheface.org o nei centri d’accoglienza una propria foto con le informazioni relative alla persona che si sta cercando.

Da gennaio ad agosto, gli operatori italiani hanno gestito 125 richieste di ricerca, a cui si aggiungono le 122 arrivate dalle sezioni Rfl dall’estero. Solo tra maggio e giugno, subito dopo i tre naufragi che secondo l’Unhcr hanno causato 700 morti al largo della Libia, il servizio della Croce Rossa ha favorito 27 riunificazioni familiari.