C'è un tacito accordo fra i notai di Milano che li impegna a tenere alte le tariffe, a danno dei cittadini e ignorando la legge sulla concorrenza? Il dubbio esiste e l'Antitrust ha avviato un'indagine per fare luce sull'attività del Consiglio Notarile di Milano.
L'Espresso ne aveva parlato in esclusiva a dicembre, pubblicando stralci di un'intercettazione finita nelle mani della Procura di Milano e degli ispettori dell'Agcm, il garante della concorrenza, nella quale un notaio, Paolo De Martinis, titolare del più grande studio notarile meneghino, viene invitato a ignorare le regole della concorrenza e ad alzare le tariffe pagate dai cittadini per evitare la radiazione. A consigliare il notaio è Mario Molinari, il conservatore dell'Archivio notarile di Milano, cioè il funzionario incaricato dal ministero della Giustizia di controllare che i notai rispettino le leggi.
De Martinis, un notaio da 3 mila pratiche e tre milioni di fatturato l'anno, dallo scorso luglio ha smesso di lavorare perché colpito da due sospensioni disciplinari di fila e un terzo provvedimento che rischia di causare il definitivo stop professionale. Così il notaio passa al contrattacco e registra la conversazione avvenuta il 6 ottobre con Molinari. Ascoltando quel dialogo sembra che il vero motivo delle sospensioni non abbia a che fare con la qualità del lavoro di De Martinis, piuttosto contro l'enorme giro d'affari del proprio studio, portato dal dimezzamento delle tariffe ai clienti, così come indicato dalla legge sulle liberalizzazioni del 2006.
Oggi l'Antitrust ha annunciato di aver avviato un'istruttoria nei confronti del Consiglio notarile di Milano «per accertare l’ipotesi di un’intesa restrittiva della concorrenza. In particolare, attraverso una pluralità di condotte, il Consiglio avrebbe perseguito l’obiettivo di indurre i notai del distretto a limitare, sotto il profilo quantitativo, la propria attività», dice l'Antitrust con un comunicato.
I procedimenti a De Martinis sarebbero solo la punta di un iceberg, perché altri dieci studi notarili, i più grandi di Milano, sarebbero stati presi di mira e “invitati” ad aumentare le tariffe o a condividere i profitti con altri notai, mentre a settembre il Consiglio avrebbe inviato un questionario per tenere monitorata l'attività di tutti i notai della zona, «così restringendo il confronto concorrenziale tra gli stessi e conducendo, in ultima analisi, ad una ripartizione del mercato e ad una limitazione della concorrenza di prezzo, in violazione della legge», conclude l'Antitrust che, per fare le opportune verifiche ha mandato i propri funzionari, insieme al Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, a ispezionare la sede del Consiglio notarile di Milano.
LA REPLICA
Il Consiglio Notarile di Milano risponde sull’istruttoria aperta dall’Antitrust Milano, 17 Gennaio 2017
Con riferimento all’istruttoria aperta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, il Consiglio Notarile di Milano rigetta l’addebito di aver realizzato un’intesa restrittiva della concorrenza, ipotizzato nell’istruttoria in corso e rende noto di aver fattivamente collaborato con i funzionari incaricati dell’ispezione per fornire all’AGCM ogni elemento utile per stabilire la verità storica dei fatti. Il Consiglio nega di aver posto in essere qualsiasi attività volta ad una ripartizione del mercato e ad una limitazione della concorrenza di prezzo. Preso atto che tra le condotte oggetto dell’istruttoria rientra anche l’attività disciplinare, denuncia l’indebita invasione di campo posta in essere dall’AGCM nel sindacare detta funzione, estranea alla competenza della medesima Autorità, come da costante insegnamento della Suprema Corte. Il Consiglio sollecita l’intervento del Ministro di Giustizia perché ribadisca la sua esclusiva autorità gerarchica sui Consigli Notarili nello svolgimento da parte degli stessi dello specifico compito di vigilanza ad essi attribuito dalla legge nell’interesse della collettività e si adoperi per ripristinare il corretto equilibrio dei poteri di ciascuna Autorità dell’Ordinamento.