Polidori e Santini sono stati condannati per “lesioni semplici aggravati da futili motivi e dal messo ideologico”. I militanti di CasaPound hanno aggredito il ragazzo perché “colpevole” di aver condiviso su Facebook un post ironico sul partito neofascista: «Chi mette il parmigiano sulla pasta col tonno non merita rispetto», versione satirica dei cartelloni con cui venivano tappezzate le città. Gli avvocati della difesa hanno già annunciato ricorso in appello: troppo dure le condanne inflitte ai loro assistiti. Il tribunale ha infatti accolto la richiesta della procura per Polidori, ma ha inasprito la pena di Santini: 2 anni e 2 mesi la richiesta, di 6 mesi superiore la condanna.
Paolo E. è stato vittima di una vera e propria “spedizione punitiva”. Lo scorso sabato 11 febbraiosi reca in pizzeria con degli amici. All’uscita trova un gruppo di quindici persone, che lo iniziano a strattonare per fermarlo. Paolo si mette a correre, ma il gruppo lo raggiunge. Uno di loro, un minorenne ora sotto processo presso il tribunale minorile di Roma, gli sferra un pugno in pieno volto: «Non devi più prendere in giro CasaPound» gli intima. Inizia il pestaggio, a cui partecipa anche Polidori. Il presidente di CasaPound Cimini si sfila la cinta e colpisce Paolo ripetutamente sulla schiena. Alla fine il capobranco mette una mano sulla spalla del ragazzo e lo avverte: «Mi dispiace, ma la prossima volta fatti i cazzi tuoi».
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«Camerati ingiustamente condannati». CasaPound non ci sta. «Questa è chiaramente una sentenza forzata, si è andati ben oltre l' applicazione del diritto penale, con pochi precedenti nella storia» scrive la sezione di Viterbo in un post su Facebook. Con un contorto giro di parole viene criticata la condanna, ritenuta troppo dura: «2 anni e 8 mesi a testa, con il rito abbreviato, altrimenti staremmo parlando di ben 4 anni di reclusione, comminati a due persone incensurate accusate di lesioni semplici (non gravi o gravissime), seppur aggravate, di 30 gg». «Si è voluto dimostrare all'opinione pubblica, fortemente aizzata da certa stampa e politica» continua il post «che lo stato (in questo caso minuscolo) è presente (sembrerebbe a questo punto quasi esclusivamente) contro CasaPound». Una persecuzione. Concludono poi affermando che l’operato dei giudici dovrebbe «destare sorpresa in persone conoscitrici del diritto penale e libere da condizionamenti di sorta, anche tra coloro i quali fossero distanti anni luce dalle nostre posizioni politiche».