Lo scontro sui salvataggi nel Mediterraneo ha occupato nelle ultime settimane il dibattito politico. Proviamo a fare chiarezza su alcuni punti fondamentali

1. Il soccorso è obbligatorio?
L’obbligo del soccorso in mare è previsto dagli articoli 1113 e 1158 del Codice della navigazione. Il comandante che omette di prestare assistenza è punito con pene fino a otto anni di reclusione.

2. Cosa sono le Ong e come si finanziano?
Sono organizzazioni non governative. Si finanziano con donazioni, raccolta fondi e, se riconosciute in Italia, con il 5 per mille.

3. Perché le Ong intervengono nel Mediterraneo?
Nove Ong europee, presenti con tredici navi, hanno deciso di intervenire dopo le stragi di profughi del 2015, coincise con la sospensione dell’operazione di soccorso “Mare nostrum”.

4. È possibile che qualche Ong abbia contatti con trafficanti libici?
Se è avvenuto, la responsabilità penale è personale. I rapporti tra Ong e autorità catanesi sono peggiorati da quando agenti italiani di Frontex hanno preteso dai volontari informazioni sensibili sui profughi. Le Ong si sono rifiutate per difendere la loro neutralità.

5. Che prove ha la Procura di Catania contro alcune Ong?
Non esiste per ora un fascicolo con indagati. Si tratta di una indagine conoscitiva su presunti rapporti tra Ong e trafficanti, basate su alcune comunicazioni radio avvenute in mare aperto.

6. Altre Procure stanno indagando sullo stesso reato?
A Trapani si indaga su telefonate e testimonianze dei migranti che legano alcune Ong locali agli scafisti, ma l’inchiesta è coperta dal segreto: in audizione al Senato il pm di Trapani ha precisato che sono indagati membri delle Ong per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ma non le ong. Palermo e Reggio Calabria stanno svolgendo accertamenti. La Procura di Siracusa e la Guardia di finanza hanno escluso legami.

7. Senza le Ong quante navi di soccorso resterebbero al largo?
Nessuna, torneremmo alla situazione precedente il 2013. Le unità della Guardia costiera possono spingersi ai settori meridionali solo in caso di emergenza impiegando ore per l’avvicinamento.

8. I soccorsi in mare fanno aumentare le partenze?
Non ci sono prove. Conclusa l’operazione “Mare nostrum”, nel 2015 non si è innescato il crollo di arrivi sperato: calati solo del 9 per cento, da 170.100 a 153.842, mentre le vittime sono aumentate del 15 per cento e di un altro 21 per cento nel 2016.

9. Perché la Spagna è riuscita a ridurre il flusso dal Marocco?
Perché il Marocco è uno Stato, a differenza del caos libico. Ma soprattutto perché il flusso di senegalesi, maliani e gambiani un tempo diretto in Spagna oggi si è spostato verso la Libia.

10. Quale soluzione può ridurre il numero di profughi e immigrati?
La mancanza di lavoro aumenta la tensione. Ma la crisi non c’entra con l’obbligo di soccorso. Proprio per questo l’Italia dovrebbe lavorare con i Paesi d’origine a soluzioni che disincentivino l’emigrazione: il cambio di rotta che nessun premier vuole seguire.

11. Il governo potrebbe chiudere i porti alle navi delle Ong?
Sarebbe una soluzione contro il diritto internazionale. E comunque non fermerebbe le partenze: torneremmo a raccogliere cadaveri sulle nostre spiagge o nelle reti dei pescatori. Come nel 2013.