Il testo e la traduzione dell'epistola tratta dalle 'Lettere a Lucillo' di Seneca, seconda prova per il liceo classico

Maturità, ecco la versione di Seneca "Il valore della Filosofia" 

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Testo originale - IL VALORE DELLA FILOSOFIA

Non est philosophia populare artificium nec ostentationi paratum; non in verbis sed in rebus est. Nec in hoc adhibetur, ut cum aliqua oblectatione consumatur dies, ut dematur otio nausia: animum format et fabricat, vitam disponit, actiones regit, agenda et omittenda demonstrat, sedet ad gubernaculum et per ancipitia fluctuantium derigit cursum.
Sine hac nemo intrepide potest vivere, nemo secure; innumerabilia accidunt singulis horis quae consilium exigant, quod ab hac petendum est. Dicet aliquis: «Quid mihi prodest philosophia, si fatum est? Quid prodest, si deus rector est? Quid prodest, si casus imperat? Nam et mutari certa non possunt et nihil praeparari potest adversus incerta, sed aut consilium meum occupavit deus decrevitque quid facerem, aut consilio meo nihil fortuna permittit».
Quidquid est ex his, Lucili, vel si omnia haec sunt, philosophandum est; sive nos inexorabili lege fata constringunt, sive arbiter deus universi cuncta disposuit, sive casus res humanas sine ordine inpellit et iactat, philosophia nos tueri debet. Haec adhortabitur ut deo libenter pareamus, ut fortunae contumaciter; haec docebit ut deum sequaris, feras casum.


Traduzione - IL VALORE DELLA FILOSOFIA

Non è la Filosofia un’arte popolare, né destinata alla ostentazione; non è nelle parole ma nelle azioni.
Essa non è adoperata per questo fine, cioè affinché il giorno si trascorra con qualche diversivo, affinché si tolga il fastidio all’inattività: la Filosofia forma l’animo e gli dà struttura, dispone la vita, regola le azioni, indica ciò che va fatto e ciò che si può trascurare, siede al timone e dirige la rotta attraverso le ambiguità delle vicende instabili. Senza la Filosofia nessuno può vivere con coraggio,nessuno può vivere con tranquillità; in ogni momento si presentano innumerevoli circostanze e queste esigono una risoluzione che a quella bisogna chiedere.
Qualcuno potrebbe dire: “A che giova la Filosofia se esiste il fato? A che giova se c’è un dio che tutto regge?
A che giova se regna il caso? Infatti ciò che è stato prestabilito non può essere modificato e contro ciò che è incerto nulla può essere predisposto, ma o un dio ha anticipato la mia decisione e ha stabilito ciò che io dovessi fare oppure la sorte nulla concede alla mia capacità.
Qualsiasi ipotesi tra queste sia vera, o mio Lucilio, o se siano vere tutte queste, bisogna dedicarsi alla Filosofia; sia che il destino ci costringa con una inesorabile legge, sia che un dio, arbitro dell’universo, abbia predisposto ogni cosa, sia che il caso metta in movimento ed agiti senza ordine le umane vicende la Filosofia deve proteggerci.
Proprio questa ci esorterà ad obbedire di buon grado al dio, ad affrontare con fierezza la sorte; solo la Filosofia ti insegnerà a seguire il dio, a sopportare il destino.

Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, Epistola
Oliverio Daniela Liceo Classico “Amedeo di Savoia” Tivoli
 

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