«Avevamo prove inconfutabili sulla responsabilità dell'Egitto nell'omicidio di Giulio Regeni: su richiesta della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato le abbiamo passate al Governo Renzi». Questo virgolettato, apparso nell'inchiesta di Declan Walsh
pubblicata il 15 agosto sul New York Times, sta facendo molto discutere. «Gli americani però» continua la fonte interna all'amministrazione Obama del corrispondente dal Cairo del Nyt «rifiutando di dare un nome alla fonte, non hanno condiviso le loro informazioni, né hanno detto quale agenzia di sicurezza ritenevano fosse dietro la morte di Regeni».
Nell’articolo è scritto che «Gli Stati Uniti, nelle settimane successive alla morte di Regeni, avevano acquisito esplosive informazioni dall’Egitto:
provavano che ufficiali dei servizi segreti egiziani avevano rapito, torturato e ucciso Regeni». E l’allora primo ministro Renzi ne sarebbe stato messo a conoscenza.
Da Palazzo Chigi si sono affrettati a chiarire: «Nei contatti tra amministrazione Usa e governo italiano avvenuti nei mesi successivi all’omicidio di Regeni, non furono mai trasmessi elementi di fatto, come ricorda tra l’altro lo stesso giornalista del New York Times, né tantomeno “prove esplosive”». Ma la polemica è montata ugualmente, aggiungendosi a quella scoppiata il 14 agosto dopo la decisione del ministro degli Esteri Angelino Alfano di far tornare l’ambasciatore italiano nella sede del Cairo.
CASO REGENI: LE DATE PRINCIPALI
«Prima di sollevare polveroni polemici, nascondendo l'impegno con cui il governo Renzi e il governo Gentiloni hanno lavorato e stanno lavorando per ottenere tutta la verità sul barbaro assassinio di Giulio Regeni,
sarebbe opportuno leggere con precisione quanto ha scritto il New York Times» afferma il deputato del Pd Andrea Romano. «Il New York Times è molto chiaro nell'escludere che l'amministrazione Obama abbia rivelato al governo italiano qualcosa che il governo italiano non sapesse già».
«La notizia è infondata» afferma il senatore Nicola La Torre del Pd «ma se fosse fondata, si riferirebbe a fatti accaduti mesi fa». Il componente della Commissione Difesa del Senato, che a inizio luglio è andato in missione al Cairo, dove ha incontrato Al Sisi, continua «è legittimo sospettare che la notizia sia stata funzionale a creare problemi all'Italia e alle relazioni tra Italia ed Egitto».
[[ge:rep-locali:espresso:285290881]]Allo stesso modo la pensa Fabrizio Cicchitto, Area Popolare, presidente della Commissione Esteri della Camera: «Caso strano il Nyt si sveglia e fa queste cosiddette rivelazioni il giorno dopo in cui l'Italia rimanda l'ambasciatore al Cairo.
È evidente il tentativo di far saltare ogni rapporto dell'Italia con l'Egitto tenendo conto sia della situazione libica sia anche delle scoperte che a suo tempo l'Italia realizzò in quel Paese».
Per il presidente della Commissione Esteri del Senato, Pierferdinando Casini, quella del New York Times «
È una bufala. Non c’è dubbio che si stia cercando di strumentalizzare il caso Regeni per colpire gli interessi italiani, a partire da quelli dell’Eni. Qualcuno vuole prendere il ruolo dell’Italia sull’altra sponda del Mediterraneo».
Ma non tutti considerano false la notizia apparsa sul quotidiano statunitense. «Quanto scritto dal New York Times è gravissimo e chiama in causa quattro personaggi oscuri, che da più di tre anni tengono in mano il Paese a proprio uso e consumo: Renzi, Gentiloni, Minniti e Alfano» scrive in un duro post su Facebook Alessandro Di Battista, deputato M5S. «Il New York Times rivela che l’ex amministrazione Obama informò Renzi e Palazzo Chigi di un coinvolgimento diretto dei servizi di sicurezza egiziani nel barbaro omicidio di Giulio Regeni. Malgrado ciò, questi soggetti in tutto questo tempo hanno continuato a lanciare appelli per la verità, facendo finta di nulla.
Che Renzi, Gentiloni, Minniti e Alfano fossero dei traditori della Patria non avevamo dubbi, ma questa volta hanno superato il limite».
Sulla stessa lunghezza d’onda il commento del grillino Manlio Di Stefano. «La misura è davvero colma, questo governo di bugiardi e incapaci dica la verità una volta e per tutte agli italiani e al Parlamento» dichiara il parlamentare pentastellato, componente della Commissione Esteri della Camera
«Boldrini e Grasso convochino subito le Camere, è in quella sede che Gentiloni dovrà fornirci risposta».
[[ge:rep-locali:espresso:285256847]]«Il governo Renzi sapeva ed ha taciuto sulla morte di Regeni permettendo all'Egitto di depistare? Per il petrolio o per cosa?
Il presidente Stucchi convochi immediatamente Matteo Renzi in Copasir». Lo chiede in un tweet Angelo Tofalo, deputato 5S e membro del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
«Sarebbe gravissimo» se fosse vera la ricostruzione del caso Regeni effettuata dal New York Times. È molto duro anche il segretario della Lega, Matteo Salvini «
Obama e Renzi erano anche amiconi, e uno dei due mente. Se mentisse Renzi, mi aspetterei subito le dimissioni di qualcuno, perché c'è di mezzo la vita di un italiano».
«Presentiamo immediatamente un’interrogazione al presidente del Consiglio Gentiloni e al ministro degli Esteri Alfano. Non può bastare una debole smentita a mezzo stampa di un governo senza credibilità» è quanto dichiarato dal segretario di Possibile, Pippo Civati, e il deputato di Si-Possibile Andrea Maestri. «
Il Governo deve riferire immediatamente al Parlamento, nonostante la chiusura estiva delle Camere» proseguono i due deputati «se fosse confermata la notizia del Nyt, sarebbe un fatto di inaudita gravità».