Due i temi di cui si è discusso: le priorità umanitarie sulle sponde del Mediterraneo e il processo di criminalizzazione delle organizzazioni umanitarie che si occupano di salvare i migranti in mare. Un’operazione, quest’ultima, allo stesso tempo culturale e politica «che preoccupa molto entrambi» ha affermato Rocca.

«A Guterres ho voluto esprimere tutta la preoccupazione della Croce Rossa Italiana per quello che sta accadendo nel bacino Mediterraneo» ha spiegato Rocca subito dopo l’incontro «la guardia costiera libica si è appropriata di 70 miglia marittime, dove sono comprese anche acque internazionali. In pratica le navi delle Ong e la guardia costiera italiana non possono più intervenire: il risultato è la crescita del numero dei morti e l’aumento del costo dei viaggi. Per non parlare delle migliaia di persone che vengono così riportate in una zona di guerra contro ogni regola del diritto internazionale».
«L’appropriazione di 70 miglia di acque da parte della guardia costiera libica non rispetta la Convenzione di Ginevra sui rifugiati» ha dichiarato il presidente Rocca all’Espresso «per questo si fa sempre più urgente un accesso umanitario in Libia, dove c’è molto da fare. È assolutamente necessario lavorare sull’altra sponda del Mediterraneo: la questione migranti non può comportare una sospensione dei diritti umani».
«Guterres si sta spendendo molto per l’accesso nei centri di detenzione dove i migranti vengono rinchiusi e per garantire il rispetto per i diritti fondamentali» conclude Rocca «non sarà semplice e per questo ci aspettiamo una mobilitazione delle Nazioni Unite e della comunità internazionale».