Dopo la tentata strage la galassia nera su Facebook incita i neonazi ad armarsi e a commettere altri crimini contro gli immigrati

“Onore al camerata catturato a Macerata”. “Questo è solo l’inizio della nostra vendetta: dobbiamo armarci e fare come lui”. “Riprendiamoci la nostra patria: sparate a vista a quelle bestie”. 
Luca Traini - il 28enne che a Macerata ha sparato contro un gruppo di immigrati dopo aver fatto il saluto romano - non aveva ancora neppure fatto in tempo a confessare davanti alle forze dell’ordine, sabato scorso, che già la galassia nera del web gridava a gran voce il suo nome. 

Da quel momento, come l’Espresso ha avuto modo di vedere, i gruppi segreti che su Facebook incitano all’odio e alla violenza e che fanno proselitismo per conto dell’estrema destra non hanno ancora smesso di osannarlo.
E soprattutto, la strage sfiorata di Macerata diventa il pretesto per incitare altri neofascisti a fare la stessa cosa, ad “armarsi e a sparare agli immigrati” per difendere “l’Italia e la nostra razza”. 
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Una potenziale polveriera pronta a esplodere. Perché il collante che tiene insieme i nostalgici del Ventennio - spesso ragazzi giovanissimi - è composto  da insoddisfazione sociale, frustrazione economica, odio verso gli stranieri e più semplicemente verso chi non condivide i valori ispirati al fascismo. E allora accendere la miccia - da parte di chi istiga alla violenza - diventa fin troppo facile.

Il gruppo Facebook “Io non ho tradito”, per esempio, è fra i più scatenati. Gli utenti chiamano Luca Traini “un camerata”, “uno di noi”, e lo omaggiano con parole come “onore”, “capitano” in un profluvio di saluti romani e nazisti.

Nel gruppo “Benito Mussolini fece grande l’Italia” ci si spinge anche oltre: “I comandanti come noi non si saziano mai”, scrivono. “Non ci dobbiamo fermare, dobbiamo sparare a vista a morte agli sporchi immigrati”, è la minaccia di altri utenti che firmano con nome e cognome. 

“E’ l’inizio della fine degli essere inferiori”, scrive uno dei neofascisti nel gruppo Fascisti del Terzo millennio, “ognuno di noi avrebbe fatto la stessa cosa che ha fatto Luca”.
Molti degli utenti non nascondono di fare propaganda politica per conto di Forza Nuova o Casa Pound. “Votate tutti compatti per CasaPound!”, scrive un utente nel gruppo Fascisti del Terzo Millennio.

Nelle ultime settimane, sui social network i gruppi e le pagine che inneggiano all’odio razziale e alla violenza sono aumentati a dismisura. Molti di loro hanno alzato il tiro. Ispirandosi non solo al fascismo ma evocando, anche, lo spettro del nazismo con la pubblicazione di fotografie di Adolf Hitler. Qui, gli utenti si augurano che per gli immigrati si arrivi a una “soluzione finale”, come fu per il popolo ebraico sotto il Terzo Reich. 
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I meccanismi di sicurezza interna di Facebook, però, non sempre sono efficaci. Se almeno una ventina di gruppi sono stati segnalati e chiusi nell’ultimo mese e mezzo  solo in Italia - fanno sapere dal colosso americano - altrettanti ne sono stati aperti con un altro nome. Spesso a gestirli sono persone con una militanza borderline in ambienti di estrema destra e con precedenti penali per apologia del fascismo o gravitanti in ambienti legati all’eversione nera. 

Monitorare la galassia nera del web è difficile persino per le stesse forze dell’ordine, che non sempre riescono a entrare nei gruppi segreti. Al loro interno, infatti, alcuni utenti sono stati incaricati di controllare e verificare ogni nuovo account che accede alle loro pagine e di comunicare ogni eventuale infiltrato anche anche agli altri gruppi “amici”. Una rete di controllo capillare ed efficace. Quasi militare. 
Per questo le denunce e le segnalazioni quasi quotidiane da parte di chi diventa bersaglio del loro odio spesso risultano lettera morta. 
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E così nelle stanze virtuali che inneggiano al nazi-fascismo si continua a predicare la violenza. E c’è chi richiama direttamente i cittadini “alle armi”, pubblicando foto di kalashnikov, facili da caccia e coltelli e incitando gli altri membri dei gruppi a usarli “per cominciare la caccia”.
Un invito perché dalle parole si passi finalmente ai fatti. Come è stato - appunto - per Luca Traini. In passato candidato con la Lega Nord al consiglio comunale di Corridonia, ultimamente secondo alcuni testimoni si era avvicinato sempre più all’estrema destra. 
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Tanto da essersi tatuato, vicino alla tempia, il simbolo di Terza Posizione, il movimento neofascista eversivo fondato negli anni 70 da Roberto Fiore, oggi leader di Forza Nuova. 
E proprio Forza Nuova si è ufficialmente schierata, attraverso un comunicato stampa, dalla parte di Traini. Offrendosi anche di pagare le sue spese legali. E sperando così, evidentemente, di fare il pieno di voti neonazisti alle prossime elezioni.