In manette l'ex pm di Siracusa Longo, l'avvocato Amara e l'imprenditore Bigotti già comparso nel caso Consip. Avrebbero allestito un sistema per pilotare sentenze, come il nostro giornale aveva raccontato nel maggio scorso

Un vero e proprio sistema per pilotare le sentenze attraverso dossieraggi e falsi fascicoli. È quello che l'Espresso aveva denunciato il maggio scorso con un'inchiesta di Emiliano Fittipaldi e Nello Trocchia e che oggi ha portato la Guarda di Finanza, in un'operazione congiunta tra la Procura di Roma e Messina, ad effettuare 15 arresti per due associazioni a delinquere dedite alla frode fiscale, reati contro la pubblica amministrazione e corruzione in atti giudiziari.

Tra i fermati ci sono Giancarlo Longo, ex pm della Procura di Siracusa, l'avvocato Piero Amara e gli imprenditori Fabrizio Centofanti e Enzo Bigotti, quest'ultimo già coinvolto nel caso Consip. Indagato per concorso in corruzione anche l'ex presidente del Consiglio di Stato Riccardo Virgilio.

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I magistrati di Roma e Messina hanno scoperto una vera e propria associazione a delinquere in cui il magistrato Longo aveva un ruolo rilevante. Per anni avrebbe messo a disposizione la sua funzione giudiziale, in cambio di soldi, per aiutare i clienti dei due avvocati siracusani. I magistrati che ne hanno chiesto l'arresto parlano di «mercificazione della funzione giudiziaria». E aggiungono: «Longo usava le prerogative a lui attribuite dall'ordinamento per curare interessi particolaristici e personali di terzi soggetti dietro remunerazione. Tali condotte vengono riscontrate a partire dal 2013 e perdurano sino ai primi mesi del 2017».

Il metodo Longo
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I metodi usati da Longo erano tre: creazione di fascicoli «specchio», che il magistrato «si auto-assegnava - spiegano i pm che hanno condotto l'inchiesta - al solo scopo di monitorare ulteriori fascicoli di indagine assegnati ad altri colleghi (e di potenziale interesse per alcuni clienti rilevanti degli avvocati Calafiore e Amara), legittimando così la richiesta di copia di atti altrui, o di riunione di procedimenti; «fascicoli minaccia in cui» finivano per essere iscritti - con chiara finalià concussiva - soggetti 'ostilì agli interessi di alcuni clienti di Calafiore e fascicoli «sponda», che venivano tenuti in vita «al solo scopo di creare una mera legittimazione formale al conferimento di incarichi consulenziali (spesso, radicalmente inconducenti rispetto a quello che dovrebbe essere l'oggetto dell'indagine), il cui reale scopo era servire gli interessi dei clienti di Calafiore a Amara».
Piero Amara

Tutti gli arrestati
In particolare il gip di Roma ha emesso misure cautelari personali oltre che per Amara, Centofanti e Bigotti anche per Luciano Caruso. Alcuni nomi, in particolare quello di Amara e Centofanti, compaiono anche nell'ordinanza emessa dal gip di Messina che ha disposto il carcere per Longo chiedendo l'applicazione di misure cautelari anche per Alessandro Ferraro, Giuseppe Guastella, Davide Venezia, Mauro Verace, Salvatore Maria Pace, Gianluca De Micheli, Vincenzo Naso, Francesco Perricone e Sebastiano Miano.