L'affaire Mura aveva scosso già da qualche settimana la dirigenza del M5S. Luigi Di Maio aveva preso posizione suggerendo a Mura le dimissioni, mentre Alessandro Di Battista dagli Stati Uniti consigliava all’epurato di restituire tutti gli stipendi che aveva percepito fino a ora senza aver lavorato adeguatamente. Ai danni di Mura anche la denuncia del Codacons alla Procura di Roma in cui si chiede di procedere penalmente nei suoi confronti .
Non restituirà gli stipendi, ma anzi Mura incasserà per intero l’indennità parlamentare di circa 20mila euro al mese: non dovrà infatti né rendicontare le spese né girare parte dello stipendio al fondo per le imprese, così come previsto dal codice di comportamento dei pentastellati.
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Il 26 luglio il blog del Movimento, in una nota, informava sul motivo dell’espulsione di Mura definendo intollerabile il suo atteggiamento “che con il 96,8% di assenze in Parlamento ha dimostrato irresponsabilità e menefreghismo, mancando così di rispetto agli italiani che hanno dato fiducia al Movimento e a tutti i suoi colleghi che non hanno mai smesso di lavorare.”
Se in un primo momento non era arrivata nessuna risposta dalla Sardegna, il 27 luglio dalla sua pagina Facebook Mura ha deciso di parlare della vicenda: “ Il Movimento ha usato la mia popolarità di sportivo e di velista internazionale per vincere la campagna elettorale uninominale contro un avversario fortissimo: l'ex governatore della Sardegna Cappellacci di Forza Italia. Il Movimento non solo non mi ha difeso ma non mi ha nemmeno consultato, scaricandomi in meno di due ore".

E qualche giorno prima: «Sono un uomo di sport, velista professionista, per questo mi è stato chiesto di candidarmi con il Movimento. Ho sempre detto che avrei continuato questa attività una volta eletto perché credo sia un modo per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della tutela del mare. Sulla vicenda ci sono state varie fake news. La notizia secondo cui avrei il 97% di assenteismo è totalmente falsa e infondata: la mia presenza fino al 19 luglio è pari al 59%, basta vedere i dati ufficiali della Camera dei Deputati. Poi non è vero che sto veleggiando perché la mia barca è ferma dal 30 settembre 2017».
A difesa del velista il deputato del partito democratico Michele Anzaldi, che su Twitter aveva definito l’espulsione “l’ennesima messa in scena del leader del M5s, come con i furbetti di Rimborsopoli e i vari casi Dessì. Secondo Anzaldi era proprio Di Maio che durante la campagna elettorale, nei suoi video, utilizzava Mura come “testimonial”.
La credibilità di Di Maio sul caso del velista-deputato Andrea Mura è pari a zero. E’ stato lui a candidare Mura nell’uninominale e a usare la sua notorietà per cercare voti.
— Michele Anzaldi (@Michele_Anzaldi) 24 luglio 2018
Ecco il video del 4 febbraio, con Di Maio a Cagliari al mercato Sant'Elia insieme a Mura testimonial pic.twitter.com/xplBaP42OX