Arrestato in passato per spaccio, il nipote del boss Vittorio è stato scelto dalla produzione per "la sua esperienza nell’industria del cinema". Il suo ruolo? Reclutare i figuranti sinti che reciteranno in questa seconda stagione
Mentre la Città Eterna si svuota, l’industria del cinema lavora a pieno ritmo. Fra i registi, gli attori e le macchine da presa che in questi giorni affollano i set cinematografici della Capitale, però, c’è un personaggio d’eccezione.
Si tratta di Luciano Casamonica, 61 anni, dell’omonimo clan che spadroneggia nella Capitale, arrestato in passato per spaccio di stupefacenti e nipote del defunto “re di Roma” Vittorio che 3 anni fa fu celebrato in un
fastoso funerale accompagnato dalla musica del film de “Il Padrino”.
A lui la competenza artistica non manca, in effetti. Così, almeno, devono aver pensato i responsabili della serie Netflix Suburra 2, che gli hanno affidato un ruolo di tutto rispetto. “Lucky Luciano” – come ama farsi chiamare – è ufficialmente da diverse settimane colui che per conto della serie co- prodotta da Cattleya e Rai Fiction si occupa di reclutare i figuranti sinti che reciteranno nella seconda stagione.
La fiction, crudo ritratto della malavita romana dei giorni nostri, racconta infatti anche le vicende della famiglia sinti degli Anacleti, che sarebbe ispirata proprio ai veri Casamonica. Chi meglio di lui, insomma, avrebbe potuto reclutare figuranti efficaci e verosimili?
Dalla Cattleya confermano di averlo scelto “per la sua esperienza nell’industria del cinema”. Con l’Espresso è lui stesso ad ammettere: “Sì è vero, sto lavorando alle riprese di Suburra 2 con un ruolo che mi hanno dato e che ho accettato volentieri. Sa, qui mi pagano bene…”.
Quanti siano questi soldi, però, non è dato sapere.
E nei fatti non ci sarebbe neppure nulla di male a riscattare il proprio passato e a cercare un lavoro onesto che appaghi le proprie aspirazioni (Luciano Casamonica da bambino recitò in un film western con Orson Welles e Tomas Milian).
Se non fosse che fra i finanziatori della serie che vedremo il prossimo autunno c’è – appunto - proprio la tv di Stato. E Lucky Luciano – prendendo pubblicamente le difese del proprio clan – ha più volte negato, di fatto, l’operato dello Stato, dichiarando nel corso di alcune interviste che “a Roma la mafia non esiste” così come l’esistenza di una potentissima organizzazione criminale in seno alla propria famiglia.
Niente male, dunque, per una fiction prodotta anche con soldi pubblici che aspira proprio a raccontare la mafia capitolina e le famiglie criminali che la rappresentano.
Luciano Casamonica, intanto, dimostra di essere perfettamente a suo agio sul set. Sul suo profilo Facebook sfoggia fotografie scattate nei giorni scorsi in una casa che ricorda molto, per sfarzo pacchiano, le residenze del suo stesso clan, dove si intravedono alcuni cameraman e due macchine da presa. “Sono sul set di Suburra”, scrive lui stesso nella didascalia.
[[ge:rep-locali:espresso:285322304]]Il nipote del boss Vittorio, va detto, ha una passione per le foto con i vip. Numerosi sono infatti i selfie che lo ritraggono con attori e registi famosi in vari e recenti set cinematografici: da Michele Placido (che ha diretto tra l’altro proprio alcuni episodi di Suburra), Giampaolo Morelli e Claudio Amendola (che nel film Suburra di Stefano Sollima interpreta Il Samurai, figura ispirata al boss Massimo Carminati).
E qui la realtà supera la fiction.Già perché suo cugino (che porta il suo stesso nome) fu fotografato durante una cena nell’ormai celebre scatto che lo ritrae insieme all’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno e Salvatore Buzzi, patron delle coop a Roma condannato a 19 anni in primo grado nel processo a mafia Capitale.
Una scena molto simile – confermano dalla casa di produzione - sarà riprodotta in una delle puntate della nuova serie.
“I nostri sono antieroi dai quali dobbiamo prendere le distanze”, dichiarava solo qualche settimana fa l’attore Giacomo Ferrara che interpreta il criminale Spadino Anacleti. I veri Casamonica, invece, a quanto pare, sono più vicini di quello che sembra.