«Sarò un presidente di garanzia», affermò l'ex caporedattore del quotidiano il Giornale, nonché militante a tempo pieno della causa sovranista. Ecco perché molti prevedevano che Foa avrebbe abbandonato le postazioni politicamente più esposte, come quella nell'associazione Asimmetrie, di cui era già vicepresidente. E invece no. Nei giorni scorsi è arrivata addirittura una promozione. Con una decisione che risale agli ultimi giorni dell'anno scorso, ma ratificata ufficialmente dalla Camera di Commercio solo alla fine di gennaio, Bagnai ha fatto un passo indietro lasciando la presidenza del centro studi all'amico Foa, un sovranista dal doppio passaporto, italiano e svizzero, fino alla scorsa estate amministratore delegato del gruppo elvetico Corriere del Ticino. Il comitato scientifico di Asimmetrie riunisce i nomi più noti del movimento noeuro nostrano. C'è il ministro degli Affari europei Paolo Savona, designato per il vertice della Consob, il sottosegretario Luciano Barra Caracciolo, il deputato leghista Claudio Borghi, per citare solo tre dei nomi più noti.

L'uscita di scena dell'economista con cattedra a Pescara, da anni infaticabile propagandista della causa noeuro in tv e sui social network, giunge inattesa, ma forse si spiega con il nuovo scenario politico. Con il suo ingresso in Senato, per di più con l'incarico di presidente della strategica commissione Finanze, i temi che sono da sempre più cari a Bagnai avrebbero dovuto conquistare, almeno in teoria, una visibilità senza precedenti. Da mesi però, le uscite pubbliche del professore sovranista sono all'insegna della moderazione, anche a costo di deludere la folla di fedelissimi che in rete fanno il tifo per lui.
Il fatto è che da quando la battaglia contro l'odiata tecnocrazia di Bruxelles si è trasferita dal blog al Parlamento, il leader dei noeuro ha dovuto fare i conti con la realtà. E anche con la linea di un partito come la Lega che ha per il momento accantonato gli slogan più duri contro la moneta unica. La staffetta al vertice di Asimmetrie forse si spiega anche così. Intanto, sul sito dell'associazione, alla voce presidente, si leggeva fino alla mattina di lunedì 4 marzo ancora il nome di Bagnai. Chissà, forse la comunicazione del suo passo indietro era stata rimandata a un futuro prossimo e indefinito. Proprio come il tramonto dell'euro, profetizzato anni fa dal futuro senatore leghista.
*aggiornato alle ore 20:07
In seguito all'articolo de L'Espresso, una nota dell'associazione Asimmetrie ha precisato che «il dott. Marcello Foa non ha mai esercitato le funzioni di presidente dell'associazione, in quanto dimissionario». La versione fornita da Asimmetrie contraddice almeno due documenti pubblici regolarmente depositati in Camera di commercio. Il primo è il verbale dell'assemblea del 28 dicembre 2018 di Asimmetrie in cui il solo Bagnai, assente alla riunione, ha fatto pervenire le sue dimissioni. In quella occasione Foa non ha rinunciato alla carica di vice presidente che all'epoca ricopriva. Al contrario, come dimostra la visura camerale di Asimmetrie, pubblicata da L'Espresso, in quella data Foa ha sostituito Bagnai alla presidenza dell'associazione. Registriamo adesso che Foa ha deciso di farsi da parte.