Terremoto L'Aquila, quante promesse e bufale dei politici. Da Silvio Berlusconi ai due Mattei

«Nuove case prima dell’inverno». «Le case distrutte saranno tutte rialzate». Piani di prevenzione smantellati. E contributi europei. Ma la ricostruzione, nonostante gli show sul territoio, è stata azzoppata

UNA VACANZA
SILVIO BERLUSCONI
Visitando una tendopoli il 7 aprile 2009 invitò i terremotati a andare al mare «andate lì, sulla costa, è Pasqua, prendetevi un periodo che paghiamo noi». La settimana dopo promise una ricostruzione lampo: «Ci saranno tempi rapidi, precisi e certi». Poi sancì il modello “new town”: «nuove case prima dell’inverno». «Le case distrutte saranno tutte rialzate, così come beni artistici. L’impegno è quello di concludere tutto entro la legislatura».«Per le singole case» aggiunse, «i tempi saranno solo di mesi».

A dieci anni dal sisma la ricostruzione privata non è ancora terminata: il 73 per cento delle risorse richieste è stato trasferito, 8.262 cantieri sono conclusi, altri 1.500 restano da allestire. Quella pubblica è molto più indietro. L’obiettivo dichiarato nell’ultima relazione sul post-terremoto presentata in Parlamento è il completamento dei lavori, solo per il capoluogo, nel 2022. Più in là per i paesi. Solo per costruite le “C.a.s.e” e i moduli abitativi provvisori sono stati spesi 1 miliardo e 52 milioni di euro. Da allora la manutenzione delle abitazioni provvisorie è costata altri 6 milioni di euro. Oltre agli espropri che sono costati 72 milioni di euro.
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ECCELLENZE
MATTEO RENZI
Dopo i morti per le esondazioni nel novembre scorso, l’ex premier Matteo Renzi scrisse: «L’Italia piange decine di morti. Salvini dà la colpa all’ambientalismo da salotto, io all’abusivismo edilizio. Chiedo al Governo di recuperare il progetto #CasaItalia di Renzo Piano. È stata la prima cosa cancellata da Lega e 5S: ripensateci. No ai condoni, sì a #CasaItalia».

“Casa Italia” era il piano per la prevenzione varato dal governo dopo il terremoto del 2016. Nel progetto erano previste mappature, coordinamenti, oltre 10 cantieri “pilota” affidati al gruppo di Renzo Piano, finanziati con 25 milioni di euro. Solo per l’incremento dei dirigenti necessari a mandare avanti Casa Italia erano stati stanziati 76,6 milioni di euro, di cui 1,3 il primo anno, il 2017, che è stato anche l’unico di durata dell’ente. La struttura è stata smantellata dal nuovo governo.
Dieci anni dopo
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EUROPA
MATTEO SALVINI
«Se ci sono vincoli europei che ci impediscono di spendere soldi per mettere in sicurezza le scuole dove vanno i nostri figli o le autostrade su cui viaggiano i nostri lavoratori, metteremo davanti a tutto e a tutti la sicurezza degli Italiani» (Tweet del vicepremier ad agosto dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova).

Parlando di ricostruzione e Europa, bisogna ricordare alcune cifre. Come gli 1,2 miliardi di euro trasferiti in Italia dopo il sisma del 2016, uno dei maggiori contributi mai stanziati in emergenza. Un altro miliardo e 600 milioni verranno versati per lo sviluppo delle aree colpite entro il 2020. A cui vanno aggiunti prestiti per 350 milioni di euro. Senza dimenticare gli aiuti mandati a novembre 2009 per l’Abruzzo: 493,7 milioni.

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