Dovrà pagare 40 mila euro di multa. Il portavoce del comitato "Difendiamo i nostri figli" aveva sostenuto che tra le 58 identità di genere approvate dall'associazione vi fosse anche la pedofilia

Il tribunale di Verona ha condannato Massimo Gandolfini per aver diffamato l’Arcigay. Il giudice ha inflitto al portavoce del "Comitato Difendiamo i nostri figli" e leader del ’Family Day’ una condanna a quattro mesi di reclusione, convertiti in una sanzione pecuniaria di 30mila euro, oltre a una provvisionale di 7.000 euro per l’associazione e 3.000 euro per l’allora presidente, Flavio Romani, più il pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno.

I fatti contestati a Gandolfini risalgono al 2015, quando durante un intervento pubblico sostenne che tra le 58 identità di genere approvate da Arcigay vi fosse anche la pedofilia. Soddisfazione è stata espressa da Gabriele Piazzoni, segretario generale d’Arcigay. «Ancora una volta - ha dichiarato in una nota - un esponente del mondo ultraconservatore viene condannato per la sua condotta nei confronti delle persone e delle associazioni Lgbti.
Pochi mesi fa Pillon veniva condannato a Perugia, oggi Gandolfini fa il bis a Verona. Questa condanna ci dice molto sulla modalità che i patron del Family Day usano per affermare le proprie idee, cioè la diffamazione. Con molta soddisfazione oggi diciamo nuovamente che giustizia è fatta e che continueremo a difendere in ogni sede la dignità e l’onorabilità delle persone Lgbt. Un ringraziamento sentito all’avvocata Rita Nanetti, che con grande competenza ci ha assistiti in questa vicenda».