Nascerà a Roma e, secondo il partito, sarà un esecutivo «di Liberazione Nazionale». Contro Europa, "lobbys" e dittatura sanitaria. Dentro anche Castellino e Nardulli, condannati per l'aggressione ai giornalisti del'Espresso. All'Interno il difensore di Gelli. E poi ministeri «dei tifosi», «della Famiglia» e «della Partecipazione popolare»

Roberto Fiore agli Esteri, Carlo Taormina alla Giustizia, una «delega al 100% italiano» e un «ministero della Famiglia». Questo e molto altro nel «Governo di liberazione Nazionale» che Forza Nuova ha annunciato, punto per punto, su Twitter. L'esecutivo alternativo al Conte-bis nascerà domani, 10 ottobre, alla “Marcia della liberazione” a Roma. E, in ordine sparso, conterrà: fascisti, negazionisti, avvocati controversi, picchiatori, ultra-cattolici. Tutti uniti dentro ministeri vecchi e nuovi, creati da zero per «liberare» l'Italia da mascherine, dittature (quelle, sì, degli altri) «sanitarie», complotti, Bill Gates e Unione Europea. E se il richiamo al CLN, che negli anni della Guerra civile combatté al fianco degli Alleati contro nazisti e Repubblica Sociale, è evidente nella dicitura, lo è molto meno nei nomi che, secondo il partito, hanno già accettato l'eventuale carica.

 

 


Per dire: lo stesso leader di Forza Nuova ha prenotato un posto alla Farnesina per gli Esteri, mentre agli Interni il prescelto è Augusto Sinagra, avvocato già candidato per CasaPound, che in passato ha difeso alcuni torturatori argentini del regime di Jorge Rafael Videla e Licio Gelli. Poi, a proposito di legali: Carlo Taormina, appunto, amministrerà la Giustizia ma non gli «affari Costituzionali», che avranno un dicastero specifico affidato al docente universitario Daniele Trabucco.

Ancora: Giuliano Castellino (sempre di Forza Nuova) e Vincenzo Nardulli (Avanguardia Nazionale), condannati lo scorso 6 luglio a 5 anni e sette mesi per l'aggressione ai giornalisti dell'Espresso, andranno rispettivamente al pragmatico (e operativo) ministero «dell'attuazione del Programma di Liberazione nazionale» e a quello «dello Sport e dei tifosi». Alessandro Vigi, da politicamentecorretto.com definito «l'ala moderata del partito» (rispetto al «leader indiscusso Roberto Fiore», s'intende), si occuperà delle Infrastrutture, mentre l'ultra-cattolica Gloria Callarellli – che nel 2019 aveva scritto direttamente al premier Conte per fargli prendere posizione contro il gay pride – siederà in un inedito «ministero della Famiglia», comunque distaccato da quello «della Vita e della Salute» affidato all'ovviamente negazionista – e presidente di Forza Nuova – Pierfrancesco Belli. E, negazionista, lo è anche il coordinatore del partito Leonardo Cabras, scelto come ministro della Difesa: negazionista, sì, ma dell'Olocausto.

L'ambita (e ambigua) «delega al 100% italiano» va a Gino Galloni, economista in zona Diego Fusaro qui «ministro dell'Economia, del Lavoro e del Turismo», mentre il nuovo «ministero della Partecipazione popolare» andrà al sociologo Carlo Vivaldi Forti, perché il consenso delle masse bisogna pure costruirselo. Delle masse, e dei liberi professionisti: Fiore ha pescato dal cilindro del Popolo delle Partite Iva la ristoratrice Adriana Perugini, una che – come tanti di loro – «non vuole mettere la museruola» e che sarà «ministra delle Partite Iva e del Commercio». Infine: Michele Giliberti per «l'Ambiente e l'Agricoltura» e il «professor Mancini» di Socialis, che definisce il Conte-bis un «fantoccio asservito alle lobbys mondialiste», per la Pubblica istruzione e la Cultura.

E quindi, ricapitolando: fascisti, marce romane, violenza, famiglia e rifiuto della scienza. Manca giusto il Ministro della guerra, tipico del Regno d'Italia e del Ventennio e retto anche da Mussolini stesso, per tornare al 1922. Ma loro saranno, forse, pacifisti.