La “baggina” di Milano è da sempre un luogo di affari e politica. Per questo è investito da un nuovo caso giudiziario, dopoTangentopoli. E riguarda la salute di tutti

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Al Trivulzio, almeno lì, non doveva succedere. Invece anche lo storico ospizio milanese, che fu l’epicentro di Tangentopoli, torna sotto inchiesta per ipotesi di reato gravissime, legate all’abnorme numero di anziani uccisi dall’epidemia di coronavirus, qui come in molte altre strutture per la terza età. La procura di Milano sta ricevendo decine di denunce, oltre che dalle forze di polizia, dai familiari delle vittime: esposti drammatici, spesso scritti in forma di lettere spedite per email al singolo magistrato, che riguardano le case di riposo dell’intero distretto, con pochissime eccezioni.

Le cifre sui decessi all’interno degli ospizi sono spaventose in tutte le zone più colpite del nostro paese. A Bergamo, Brescia e nelle altre province martoriate della Lombardia, ma anche in Piemonte, Veneto, Liguria e altre regioni, la mappa dei peggiori focolai del morbo Covid-19 coincide con le case di riposo. Il virus Sars-Cov2 è devastante soprattutto per le fasce più anziane della popolazione. Ma certi tassi di letalità sono comunque impressionanti: negli ospizi lombardi, secondo il primo monitoraggio (parziale) avviato dall’Istituto superiore della sanità, si contano in media quasi sette morti (6,8%) ogni cento ospiti. A cui si aggiungono centinaia di medici, infermieri e operatori contagiati in massa per mancanza di mascherine, protezioni e tamponi.
Un disastro che sembrava impensabile almeno in quella istituzione pubblica, il Trivulzio, che da quasi trent’anni è al centro di mille annunci e promesse di far dimenticare uno scandalo epocale come Tangentopoli. E garantire finalmente una gestione efficiente e sicura. Che ora è messa in dubbio dalle denunce di familiari e operatori, rivelate da un’inchiesta giornalistica di Repubblica, che trovano riscontro nelle indagini aperte dai magistrati, dagli ispettori del ministero e dalla stessa Regione Lombardia.

Il Pio Albergo Trivulzio è la prima e più importante istituzione milanese di sostegno agli anziani, con oltre 1200 posti letto. L’istituto ha assorbito altre fondazioni, come Martinitt e Stelline, dedicate agli orfani e minori abbandonati. L’ente amministra anche un ricco patrimonio immobiliare, frutto di decenni di donazioni dei cittadini milanesi: oltre mille fabbricati e 1.700 ettari di terreni. Proprio per questo fece scandalo, negli anni di Tangentopoli, scoprire che la corruzione dominava perfino quell’ente caritatevole.

È il 17 febbraio 1992 quando i carabinieri fanno irruzione dell’ufficio del presidente, Mario Chiesa, insediato dal Psi di Bettino Craxi ai vertici del Trivulzio. L’ingegner Chiesa viene arrestato in flagrante, mentre intasca sette milioni di lire estorti a un piccolo imprenditore delle pulizie. L’allora pm Antonio Di Pietro apre così l’inchiesta Mani Pulite, che si allarga subito, con il sequestro di un manoscritto con cifre e nomi dei politici che intascavano da Chiesa le tangenti dell’ospizio. A fine marzo, Chiesa confessa. E l’effetto-domino travolge l’intero sistema: gli imprenditori accusati chiamano in causa altri politici, che a lavoro volta confessano, in un crescendo inarrestabile. Dal Trivulzio l’indagine si allarga a tutti i settori, dalla sanità alle costruzioni, dall’energia alle autostrade. Nel 1994 il bilancio finale, solo a Milano, è di 1233 condanne definitive.

Archiviata Tangentopoli, la classe politica lombarda promette di chiudere l’era della corruzione, delle assunzioni clientelari, degli affitti d’oro. Ma il pianeta sanità resta inquinato dalla lottizzazione delle nomine, legalizzata da una riforma varata nel 1998 dall’ex governatore Roberto Formigoni. Poi condannato per altre corruzioni, sempre nella sanità. Nello stesso ventennio, la Lombardia diventa un modello per altre regioni: più soldi alle strutture private, tagli per gli ospedali pubblici. E le strutture per anziani finiscono al centro di questa politica che privilegia i centri privati o religiosi. Dopo e nonostante Tangentopoli, le indagini continuano, con arresti e condanne in ospedali e case di riposo. Anche al Trivulzio la magistratura torna più volte a indagare su vendite di immobili a prezzi sospetti, perfino su ipotesi di infiltrazioni mafiose negli appalti. Ma senza grandi scandali. E senza alcuna riforma del metodo di controllo politico della sanità.

Oggi la Procura di Milano schiera nove magistrati, guidati dall’aggiunto Tiziana Siciliano, che lavorano a tempo pieno, dai computer di casa, sulle denunce collegate al coronavirus. L’indagine sugli ospizi, oltre al Trivulzio, riguarda diverse altre strutture con una mortalità ancora più pesante. Il più grave dei reati ipotizzati ha pochi precedenti: diffusione colposa di epidemia.

C’era una volta Tangentopoli. Ora anche Gherardo Colombo, l’altro ex pm di Mani Pulite, indaga sulla pandemia, con la commissione d’inchiesta varata dalla giunta lombarda. Proprio per scoprire le cause delle stragi di anziani negli ospizi, compreso il Trivulzio.