Sono scaduti i termini per richiederlo m non si possono abbandonare le persone in difficoltà. L'appello di ASviS e ForumDD

Nella drammatica fase in cui ci troviamo, voi togliereste ai poveri la possibilità di ricevere un aiuto già finanziato dallo Stato? E’ questo il rischio che si sta correndo con il Reddito di Emergenza (Rem).

Il Rem è una misura temporanea destinata a chi sperimenta una grave difficoltà economica e non è tutelato da altre prestazioni di welfare davanti alla crisi in atto. Forum Disuguaglianze Diversità (ForumDD) e Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), insieme a chi scrive, lo avevano proposto a fine marzo. È stato introdotto dal Governo nel Decreto Rilancio di maggio, con alcune significative differenze rispetto al disegno originario.

La possibilità di richiederlo è scaduta il 31 luglio. ForumDD, ASviS e Caritas Italiana hanno chiesto al Governo di prorogare i termini per la presentazione delle domande al 15 settembre. Vediamo perché.

Primo, il ridotto numero di richieste accolte sinora. Secondo le stime governative, hanno diritto al Rem 867mila famiglie, pari a 2 milioni di persone. Le domande complessivamente presentate al 31 luglio sono 575 mila (le richieste vengono inoltrate dalle famiglie) ma di queste 223 mila sono già state respinte. Ecco, dunque, i dati chiave: 867mila famiglie ne hanno diritto, 209mila lo hanno ricevuto e 143mila domande debbono ancora essere valutate. Anche ipotizzando che la gran parte di queste ultime sia accolta, rimaniamo ancora ben lontani dall’insieme degli aventi diritto.
forum disuguaglianze


Secondo, l’assenza di costi aggiuntivi per il bilancio pubblico. Il Rem è una misura straordinaria che assegna alle famiglie una somma tra 400 e 800 euro al mese per due mensilità. ForumDD, ASviS e Caritas non chiedono di aumentare il numero di mensilità ma esclusivamente di permettere a chi non ne ha ancora fruito di farlo. I fondi per coprire le due mensilità delle 867mila famiglie titolari sono già stati stanziati nel Decreto Rilancio. Pertanto, non si sta richiedendo qualcosa in più per i poveri ma semplicemente di dar loro la possibilità di ricevere ciò che gli spetta.


Terzo, la tempistica della campagna informativa sul Rem. Le domande sono state aperte il 22 maggio.
Il 20 luglio il Governo ha avviato una campagna sui principali media per far conoscere il Rem ai possibili beneficiari. Tuttavia, le richieste sono state interrotte poco dopo, il 31 luglio. In simili misure, la diffusione dell’informazione tra le persone potenzialmente interessate è cruciale. La proroga dei termini, dunque, dovrebbe essere accompagnata da una decisa riproposizione della campagna di comunicazione.


Quarto, l’equità tra le diverse categorie di cittadini. Nella discussione sul Decreto Agosto, mentre si prepara l’estensione della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori dipendenti, il resto della società italiana – siano essi lavoratori autonomi o poveri – pare scomparso dal radar della politica. Tuttavia, sarebbe difficile sostenere l’equità di un Decreto in cui si decide simultaneamente di ampliare il periodo coperto dalla cassa ma non di prorogare le domande per il Rem (senza allungarne la durata).


Quinto, il motivo dell’eventuale mancata proroga. Per quanto non sia piacevole, sembra esistere una sola ragione che potrebbe spiegare una simile decisione. Si tratterebbe dell’intenzione di alcune parti politiche di certificare il fallimento del Rem e di utilizzare strumentalmente tale esito per i propri posizionamenti; in questo ragionamento la concreta realtà dei poveri non viene considerata. Qui bisogna essere chiari: il disegno del Rem presenta evidenti limiti proprio su quello che era stato pensato dai proponenti come il suo tratto distintivo, cioè la facilità di richiederlo. Sarà utile discuterne e trarne indicazioni per il futuro delle politiche contro la povertà. Ma si tratta di un dibattito per il dopo mentre adesso bisogna compiere ogni sforzo allo scopo di raggiungere il maggior numero possibile di persone in difficoltà.

Sesto, la credibilità. La credibilità dei Governi - al pari di quella degli esseri umani - si valuta dalle azioni, non dalle affermazioni. Quale potrebbe essere la credibilità dell’Esecutivo per le annunciate grandi riforme del welfare di domani, da realizzare grazie ai fondi Europei, se si comportasse negativamente e senza valide ragioni nelle scelte concrete di oggi? Scelte che, nel caso del Rem, sono piccole rispetto allo scenario generale ma di gran peso nell’esistenza concreta di chi si trova in maggiore difficoltà.




* Docente di politica sociale dell'Università di Trento.