Gli utenti in lotta contro la certificazione verde cercano e offrono lavoro sul social russo. Con pagamenti in euro, criptovalute o lire

C’è chi si offre come grafico, agente di commercio, docente, elettricista, informatico, aiuto cuoco. Qualcuno anche come badante, professione solitamente a contatto con persone anziane e fragili, senza avere il green pass. Sono diversificate, e suddivise per regione, le offerte di lavoro per chi si oppone alla certificazione verde, strutturate con l’intento, forse non sempre conscio, di dare vita a un vero e proprio sistema parallelo, non soltanto di collocamento ma sociale dove può rifugiarsi chi dall’altro, quello vigente, si sente emarginato.

 

C’è un portale, “Curalibera”, che cerca medici, psichiatri, veterinari, infermieri e operatori socio sanitari da coinvolgere nella grande clinica delle eccellenze sanitarie libere che potrà offrire consulenze e visite a tutti coloro che «intendono affidare la propria salute a professionisti che non sottostanno alle procedure discriminanti attualmente imposte dalle istituzioni». Ma vanno per la maggiore, nei gruppi e chat contro la certificazione verde in cui gli utenti si scambiano opportunità di lavoro, gli annunci per le occupazioni online, multimedia level marketing e vendita di prodotti che vengono definiti come biologici o “green”.

 

L’attenzione per le sostanze di origine naturale è dichiarata anche nei lunghi messaggi di consiglio che alcuni utenti si sentono di dare ad altri su come curare al meglio il Covid-19 senza rivolgersi ai medici, e perché uno stile di vita e alimentare “naturale” sarebbe il modo per sfuggire al “The Great Reset” il grande reset, cioè l’intenzione di creare, da parte dei potenti del mondo, un nuovo ordine basato sul controllo, per cui la pandemia sarebbe solo il pretesto per sorvegliare le persone. La teoria si basa sul fraintendimento di una proposta reale del World Economic Forum per ricostruire l’economia post covid che oggi è alla base dei più vari sistemi di complotto in cui si mischiano talmente tanti eventi, analisi e pensieri che è difficile tirare le somme. Ciò che è certo, però, per i sostenitori, è che “covid, green pass e recovery fund siano elementi attuativi del progetto”.

 

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Gli stipendi dei lavori offerti nei gruppi Telegram, in cui gli utenti discutono sulle modalità per sottrarsi alla dittatura sanitaria, non sono solo in euro. Previsti pagamenti in criptovalute e, in alcuni casi, anche in lire. Non la vecchia moneta abbandonata nel 2002 ma una nuova lira sovrana, che ognuno potrà crearsi a casa, parte fondamentale della soluzione “Rinascitalia”, pensata per permettere al popolo italiano di uscire dalla difficile situazione economica.

 

Un altro modo per rimediare alla mancanza di denaro, di cui soffrono i no pass sospesi dal lavoro, è l’acquisto di false certificazioni verdi. Una soluzione temporanea che «non deve fermare la lotta ma serve come tutela, per salvare studi e lavoro finché i dittatori non spezzeranno le catene che ci hanno messo intorno al collo» al costo medio di 100 euro per ciascun certificato ma che prevede sconti per gli acquisti di gruppo. Il prezzo «di una libertà che non ha prezzo e non dovrebbe essere in vendita - scrivono - per certificati firmati e validati secondo gli standard Eu», al cui messaggio seguono recensioni di utenti soddisfatti del nuovo fake pass.

 

«Si morirà di fame per colpa del green pass», «ormai non ho più soldi ma resto a casa sospeso dal lavoro», «io e il mio compagno abbiamo uno stipendio solo e siamo sempre sotto. Questa è la vera povertà ma combattiamo fino al sangue. Facciamo lo sciopero, qualche vicino mi darà da mangiare, altrimenti gente come noi che non può portare il piatto a casa, cosa farà?». Sono tanti anche gli utenti che si sfogano in chat, che cercano, oltre a un lavoro da svolgere senza esibire la certificazione sanitaria, modi per non sentirsi soli in una situazione economica, psicologica, difficile che la pandemia ha creato per tutti. Altri rispondono loro di non mollare, consigliano consulenze di studi legali per fare causa allo stato italiano e ai datori di lavoro che chiedono il green pass, dicono che insieme riusciranno a cambiare il sistema malato, di imparare, per quanto possibile, a sopravvivere autosostentandosi, con il proprio orto e senza acqua calda e energia elettrica. Alcuni parlano di fondare comunità con regole proprie, in cui ognuno dà e fa ciò che può, per «vivere liberi». Progetti sia locali, sia internazionali per distaccarsi da questa società e creare la propria.