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Attualità
dicembre, 2021

In Europa aumentano i morti dove si vaccina di meno

Un’indagine Eurostat rivela come il tasso di mortalità sia più alto nei Paesi con un basso numero di vaccinati. In Romania l’incremento è del 110 per cento. In Italia la situazione è migliore rispetto allo scorso anno: più 2 per cento contro il 15,8 del 2020

Con l’autunno il numero di morti nell’Unione Europea è tornato ad aumentare rispetto ai numeri registrati in epoca prepandemica. Un aumento che però in Italia è minimale (pari al 2%), il che testimonierebbe l’efficacia dei vaccini contro il Covid-19 nel prevenire la morte, visto che i Paesi che hanno osservato l’aumento più consistente rispetto alla media nel periodo 2016 - 2019 sono quelli con un basso tasso di vaccinazione. Ad ottobre in Romania, dove è pienamente immunizzato meno del 40% della popolazione, hanno registrato un incremento della mortalità del 110% rispetto alla media fatta registrare nel medesimo mese del 2016, 2017, 2018 e del 2019. Il dato emerge da un’analisi statistica pubblicata oggi, 15 dicembre, da Eurostat.

 

L’ufficio statistico dell'Unione Europea rileva come all’inizio della pandemia, a marzo del 2020, l’Italia sia stata uno dei Paesi più colpiti in assoluto con un numero di morti superiore del 49,6% rispetto allo stesso mese delle precedenti annate, quando il Covid-19 ancora non esisteva. L’Italia è stata falcidiata anche nell’aprile del 2020 con un aumento del 41,7%, inferiore comunque all’incremento registrato in Spagna (+80,8 %), Belgio (+73,1%) e Paesi Bassi (53,8%). La situazione si è poi normalizzata in estate, quando il virus ha rallentato ovunque la propria corsa, salvo poi aggravarsi nell’autunno dello scorso anno, soprattutto in alcuni Paesi dove l’aumento del numero di morti è stato vertiginoso rispetto al passato: Polonia (+ 97%), Bulgaria (+ 94,4%), Slovenia (+93,2%), Repubblica Ceca (75,8%) e Romania (+62,6%). Il picco di aumenti ha colpito invece l’Italia a novembre, quando si è registrato un aumento del tasso di mortalità del 51,6 %.

 

Tutto ciò accadeva prima dell’inizio della campagna di vaccinazione. I numeri sono iniziati a calare a partire da dicembre dello scorso anno, anche se un’ulteriore ondata ha nuovamente colpito i Paesi dell’est, ovvero quelli dove la campagna di vaccinazione fin dall’inizio è andata a sbattere contro lo scetticismo della popolazione. Nell’aprile del 2021 la Bulgaria registrava il 76,9% di vittime in più rispetto alle annate prepandemiche, la Polonia il 65,3%, la Repubblica Ceca il 62%, mentre invece Portogallo, Danimarca, Svezia e Finlandia - Paesi che fin da subito hanno spinto il piede sull’acceleratore della campagna di vaccinazione di massa - rilevavano addirittura un decremento del numero di morti rispetto alla media 2016 - 2019. Da maggio la situazione è iniziata a migliorare anche in Italia, spinta dalla campagna vaccinale che ha iniziato a raggiungere tutte le fasce d’età, fino a portare il nostro Paese a firmare, assieme alla Svezia, la miglior performance europea a ottobre. In Svezia hanno infatti registrato un calo dello 0,3% del numero di morti rispetto alla media pre-pandemia, mentre l’aumento del tasso di mortalità in Italia è stato solamente del 2%, ben al di sotto quindi rispetto al 15,8% dell’ottobre 2020, quando non era stata iniettata nemmeno una dose di vaccino.

 

Va ricordato inoltre come l’Italia e la Svezia siano tra i Paesi che hanno vaccinato di più. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) da noi ha ricevuto almeno due dosi di vaccino il 73,6 % degli abitanti, mentre in Svezia il 68,7 % della popolazione è pienamente vaccinata. Ben più alto invece l’aumento del numero di morti nei Paesi che hanno vaccinato meno. Il record di ottobre (+ 110%) appartiene alla Romania, dove ha ricevuto almeno due dosi di vaccino solamente il 39,6% della popolazione. Secondo posto per la Bulgaria. Lo Stato in cui è pienamente immunizzato solamente il 26,6% degli abitanti ha registrato a ottobre un aumento del numero di morti del 73,3% rispetto ai numeri evidenziati prima dell’inizio della pandemia. Numeri che indicano l’aggravarsi della situazione - dovuto probabilmente alle più contagiosi varianti Delta e Omicron - rispetto a un anno fa, quando la Bulgaria registrava un aumento del tasso di mortalità pari al 12,9%, mentre l’incremento osservato in Romania ammontava al 25,5%.

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