Il Rapporto “Gli Italiani e lo Stato”
Tre italiani su quattro vogliono votare direttamente il presidente della Repubblica
Il Rapporto “Gli Italiani e lo Stato”
Tre italiani su quattro vogliono votare direttamente il presidente della Repubblica
La pandemia ha esaltato il ruolo dei presidenti e aumentano gli italiani che vogliono essere interpellati sul tema. Cresce anche la fiducia nelle istituzioni, nei sindacati e nelle associazioni (persino per Parlamento e partiti)
Andare a votare per il Capo dello Stato: quasi tre italiani su quattro vorrebbero farlo, ed è un atteggiamento trasversale rispetto agli orientamenti politici. D’altra parte, la pandemia ha esaltato il ruolo dei Presidenti: della Repubblica, del Governo, delle Regioni. E ognuno ha contribuito a comporre e rilanciare una mappa della fiducia nelle istituzioni che sembra farsi più ampia e vivace, rispetto al periodo precedente l’arrivo del Covid.
Infatti, secondo i dati dell’Osservatorio Gli Italiani e lo Stato (curato da LaPolis dell’Università di Urbino e Demos), per il secondo anno registriamo una crescita diffusa e generalizzata: ad eccezione delle Forze dell’Ordine (-3 punti percentuali rispetto al 2019, ma sempre al primo posto con un gradimento che raggiunge il 70%), per tutte le altre questi ventuno mesi di pandemia hanno portato a un assestamento (come per il Papa, 67%, +1) o, più di frequente, a una crescita della fiducia. Stato (37%), Regione (42%) Unione Europea (44%) e Presidente della Repubblica (63%) marcano aumenti tra i più significativi (rispettivamente: +15, +12, +10 e +8). La lista delle istituzioni che hanno visto crescere la propria quota di fiducia rispetto al 2019, però, è lunga: Associazione degli Imprenditori (35%, +11) e Sindacati (32%, +9); Comune (45%, +7) e Chiesa (44%, +6); Scuola (59%, +5) e Magistratura (39%, +3); crescono persino Parlamento (23%, +8), Partiti (13%, +4) e Banche (26%, +7), istituzioni verso cui gli italiani mostrano un tradizionale distacco.
L’accresciuta fiducia nelle istituzioni non sembra però tradursi in soddisfazione per i servizi pubblici. La sanità privata (60%) resta largamente più apprezzata di quella pubblica (48%, che pur segna una crescita di 8 punti percentuali rispetto al 2019). La scuola, privata e pubblica, resta sostanzialmente ferma ai livelli pre-Covid (rispettivamente, 42 e 47%), così come i trasporti ferroviari (36%). Diversa, invece, la sorte dei trasporti urbani, che hanno visto il proprio gradimento assottigliarsi dal 36% di due anni fa all’attuale 27%.
La richiesta di ridurre il peso dello Stato nella gestione delle strutture sociosanitarie (24%) o scolastiche (22%) resta ancora oggi appannaggio di minoranze, ma l’indice di propensione al privato cresce e raggiunge quest’anno quota 31 (+5 rispetto al 2019). Il virus, dunque, sta mutando, insieme alla vita di tutti i giorni, anche il rapporto con lo Stato, le sue istituzioni e i servizi essenziali, scuola e sanità in testa. Ma ci sarà un “effetto long-Covid” per questo? Molto dipenderà dalle partite delle prossime settimane: l’elezione del successore di Mattarella e la condotta del Parlamento; la guida del Governo e la capacità di concretizzare i fondi Pnrr; la lealtà istituzionale delle Regioni e la tenuta della sanità. In sintesi, dalla responsabilità della classe dirigente, che dovrebbe considerare la rinnovata fiducia di oggi un patrimonio da proteggere. Anzi, di più: un valore su cui ricostruire il Paese di domani.
Nota metodologica
Il Rapporto su Gli Italiani e lo Stato, giunto alla XXIV edizione, è realizzato dal LaPolis – Laboratorio di Studi Politici e Sociali dell’Università di Urbino e da Demos & Pi per L’Espresso e La Repubblica. La rilevazione è stata condotta da Demetra con metodo MIXED MODE (Cati - Cami - Cawi).
Periodo 29 novembre - 6 dicembre 2021. Il campione (N=1.211, rifiuti/sostituzioni/inviti: 8.944) è rappresentativo della popolazione italiana con 18 anni e oltre, per genere, età, titolo di studio e area (margine di errore 2.8%).
L’indagine è stata diretta, in tutte le sue fasi, da Ilvo Diamanti. Fabio Bordignon, Luigi Ceccarini, Martina Di Pierdomenico, Ludovico Gardani, Natascia Porcellato e Alice Securo hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l’analisi dei dati.
"I dati sono arrotondati all’unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100".
Documentazione completa su www.sondaggipoliticoelettorali.it