L’intervista
«Stiamo perdendo per sempre migliaia di ragazzini, pensiamo al loro futuro»
L’allarme del procuratore di Palermo Massimo Russo dopo l’inchiesta dell’Espresso sui casi di abbandono della scuola e il rischio che vengano utilizzati dalla mafia: “Il prossimo governo utilizzi le risorse del Recovery fund per riprendere questi minori e dare loro maggiori opportunità”
«Il governo utilizzi i fondi del Recovery fund per recuperare una generazione di bambini e ragazzi che rischia di perdersi». Il procuratore dei minori di Palermo, Massimo Russo, chiede maggiori risorse per la scuola e la formazione, intervenendo sull’inchiesta dell’Espresso sulla crescita dell’abbandono scolastico in questo anno di pandemia in realtà difficili come Napoli e Palermo e gli annessi rischi che migliaia di ragazzini finiscano nelle mani delle mafie.
Procuratore Russo state ricevendo maggiori segnalazioni di abbandono scolastico e disagi in famiglia?
«Purtroppo sì e siamo molto preoccupati, registriamo un incremento delle segnalazioni di liti familiari e di bambini che presentano un disagio psichico: dall’apatia all’uso smodato di pc e tablet, due dirette conseguenze dei lockdown e della chiusura delle scuole. Aumentano sempre più i casi di minori che assistono a scene di violenza tra genitori, verifichiamo maggiori condizioni di difficoltà all’interno dei nuclei familiari, amplificate dalle prescrizioni restrittive per la pandemia. Ma soprattutto un elemento di grande tensione è costituito dall’aggravarsi della povertà per molte famiglie. C’è un evidente cambiamento di stile e di vita che si ripercuote sui minori».
Fiammetta Borsellino ha lanciato un allarme sul rischio che i minori fuori dalla scuola finiscano nelle mani della mafia. Lei vede questo pericolo?
«E’ ovvio che per quasi un anno è saltato il sistema scolastico e certo non possiamo addossare la colpa a nessuno: c’è stato un fatto eccezionale, una pandemia che ha sconvolto le nostre vite. Ma è chiaro che i bambini e i ragazzi non seguiti dalle famiglie, senza spazi e senza mezzi come tablet e pc, sono abbandonati a se stessi. Tutte le azioni di prevenzione, sostegno e monitoraggio delle persone più fragili si sono interrotte a causa del virus e questo è un altro grande problema. In questo contesto così critico sono preoccupato per i percorsi, che a breve o nel prossimo futuro, possono intraprendere questi ragazzi che in determinati ambienti rischiano di essere coinvolti nelle organizzazioni criminali. Come dimostrano le recenti operazioni antimafia a Palermo, cosa nostra è pronta a prendersi l’anima e il corpo di questi ragazzini e delle loro famiglie, con il suo efficacissimo welfare sociale nei confronti degli strati della popolazione meno abbiente che ha maggiormente patito le conseguenze della crisi economica: aiuti concreti con beni di prima necessità, generi alimentari, vestiario, farmaci, sostegni vari in cambio di riconoscenza e consenso».
Lo Stato, nelle sue diramazioni, cosa dovrebbe fare per evitare che l’abbandono scolastico di questo anno di pandemia abbia conseguenze irreparabili?
«Il Paese ha una grande opportunità, quella del Recovery fund. Vorrei che parte di queste risorse venisse utilizzate per un grande progetto di recupero e di sostegno per i nostri ragazzi in difficoltà che altrimenti rischiamo di perdere in questo periodo di pandemia e scuole chiuse o aperte a singhiozzo. Come? Investendo nella formazione, con asili nido e tempo pieno nelle scuole, in attività extra scolastiche e progetti di inclusione sociale e in opportunità di lavoro. E, ancora, assumendo un esercito di assistenti sociali da destinare ai Comuni. Investendo in un vero welfare per le famiglie disagiate e a rischio di marginalità: magari cominciando a dotarli di una connessione internet e di un pc o di un tablet».
Lei pensa che ci sia questa sensibilità al momento da parte delle istituzioni?
«Guardi , l’ascensore sociale era già inceppato, adesso ha cominciato a muoversi ma scende giù. Ed è un fatto gravissimo che alimenta diseguaglianze e sperequazioni e ne vedremo le conseguenze quando si tornerà alla normalità. Il Paese deve pensare a recuperare questi bambini e questi ragazzi svantaggiati, subito. Altrimenti entreranno dritti in circuiti illegali ed il costo sociale sarà enorme perché a determinate latitudini a rafforzarsi saranno le organizzazioni mafiose»