Il caso
Aurora Leone, attrice dei The Jackal, è stata cacciata dalla partita del cuore perché donna
La comica denuncia su Instagram di essere stata allontanata dal direttore generale della Nazionale Cantanti: “Sei donna, non puoi stare qui”. Dopo le polemiche si dimette
In Italia, nel 2021, puoi essere cacciata da un tavolo perché “sei una donna e non puoi stare qui”. È quanto successo all’attrice Aurora Leone, membro del collettivo The Jackal che da anni fa ridere gli italiani con i sui sketch su internet.
Leone doveva infatti partecipare a una cena con i membri della nazionale Cantanti contro cui avrebbe giocato la Partita del cuore in programma martedì 25 maggio con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca contro il Cancro. Una bella iniziativa rovinata dall’insensato gesto di Gianluca Pecchini, direttore della nazionale italiana cantanti che, secondo la denuncia dell’attrice, l’avrebbe cacciata dal tavolo in quanto donna. Invitando invece Ciro Priello, altro membro dei Jackal, a restare.
Nelle sue storie su Instagram, supportata da Priello, Leone racconta l’accaduto, spiegando che in un primo momento pensasse di dover abbandonare il tavolo in quanto membro della squadra avversaria o perché si credesse che lei fosse un’accompagnatrice e non una giocatrice convocata per il match. Obiezioni contro cui Pecchini avrebbe replicato senza dubbi: «Tu il completino te le puoi mettere pure in tribuna, che c’entra. Le donne non giocano. Queste sono le nostre regole e se non le volete rispettare dovete uscire da qua» per poi ribadire: «Non farmi spiegare perché non puoi stare seduta qui, tu non puoi e basta».
La discussione sarebbe poi sfociata in una lite che ha convolto anche Priello che, insieme a Leone, è stato di fatto estromesso dalla partita. Ai due comici infatti non sarebbe nemmeno stato permesso di rientrare nell’hotel dove avevano già preso possesso delle loro stanze, come documentato sempre su Instagram dalla Leone, per recuperare i propri bagagli: «Ci hanno pure cacciati dall’hotel».
Durissima la replica della nazionale cantanti alla denuncia, con delle storie su Instagram che attaccano violentemente Leone e la accusano di cercare pubblicità creando una polemica. Stories poi cancellate. «Non accettiamo arroganza, minacce e violenza verbale – è la replica nel comunicato ufficiale – Alessandra Amoroso, Madame, Jessica Notaro, Gianna Nannini, Loredana Bertè, Rita Levi di Montalcini, sono solo alcuni dei nomi delle tantissime donne che, dal 1985 hanno partecipato e sostenuto i nostri progetti. Il nostro staff è quasi interamente composto da donne, come quest’anno sono donne le conduttrici e la terna arbitrale della partita del cuore. La Nazionale Italiana Cantanti, non ha mai fatto discriminazioni, di sesso, fama, genere musicale, colore della pelle, tipo di successo, e followers. C’è solo una cosa nella quale non è mai scesa a compromessi: Noi non possiamo accettare ARROGANZA, MINACCE, MALEDUCAZIONE , E VIOLENZA VERBALE DAI NOSTRI OSPITI. «Non è la prima volta che qualcuno cerca pubblicità (e followers....) distorcendo, sfruttando e manipolando 40 anni di storia».
Dopo la denuncia pubblica del caso, è arrivata invece la solidarietà degli altri artisti, con la presa di posizione pubblica di Eros Ramazzotti, capitano della Nazionale Cantanti, che su Instagram ha voluto dare la sua versione dei fatti. «Noi della Nazionale italiana cantanti scrive il cantante sul proprio profilo Instagram non siamo stati coinvolti direttamente nella vicenda scaturita dal comportamento di due persone dello staff. Stavamo parlando tra di noi mentre cenavamo, abbiamo sentito delle voci alzarsi senza capire cosa stava succedendo. Io ho provato a recuperare la situazione che era oramai precipitata. Domani mattina (oggi ndr) avremo un incontro con Aurora e Ciro per spiegare meglio la dinamica dell’avvenimento e scusarci pubblicamente dell’accaduto. Noi non siamo sessisti - ribadisce il cantante da sempre protagonista delle iniziative benefiche della NIC - e tantomeno razzisti o omofobi, anzi, ognuno fa qualcosa per chi ha bisogno (da anni e in tempi non sospetti) sinceramente per un comportamento incauto di due persone dello staff, non possiamo passare per quello che non siamo. W sempre la solidarietà, w le donne che sono parte fondamentale della nostra vita».
Nel corso della giornata, molti altri hanno poi manifestato la propria intenzione di non scendere in campo se non fossero stati presi provvedimenti e avanzate le scuse ufficiali a Leone e anche esponenti politici di ogni colore hanno espresso la propria solidarietà all’attrice.
Travolto dalle polemiche per le sue parole, il direttore generale della Nazionale Cantanti nel pomeriggio ha poi rassegnato le sue dimissioni con una nota: «Mi assumo la responsabilità di quello che è accaduto dimettendomi dal mio incarico in attesa di parlare personalmente con Aurora Leone. Ci tengo però a sottolineare, a scanso di equivoci, che nessun artista si è reso conto dell'episodio in questione; i presenti si sono accorti di quello che stava accadendo nel momento in cui Aurora e Ciro si sono alzati per andarsene via».