Secondo Aiom il cancro al seno e quello del colon-retto rimangono i più frequenti. Ma l’emergenza Covid sembra aver spento i riflettori sulle malattie oncologiche. Domenica 9 maggio i volontari Airc saranno presenti nelle piazze italiane con l’Azalea della Ricerca

«Dal 1 gennaio al 31 ottobre 2020, rispetto al 2019, abbiamo avuto una diminuzione delle diagnosi di circa il 12 per cento per quanto riguarda il cancro del colon-retto, di quasi il 16 per cento per il cancro allo stomaco e del 9,9 per cento per quello al pancreas. Questo non significa che siamo stati bravi noi medici a prevenire quei tumori ma che fondamentalmente tutti quei pazienti non li abbiamo proprio visti». È il drammatico quadro illustrato da Luigi Ricciardiello, professore associato di gastroenterologia all’Università di Bologna e membro della Società italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva. 

 

Gli studi condotti sugli effetti collaterali della pandemia sulle diagnosi di cancro colorettale hanno evidenziato «grossi problemi nell’attività di screening della malattia, con il conseguente aumento del tasso di incidenza e di mortalità soprattutto nelle donne», spiega Ricciardiello, facendo collocare il tumore al secondo posto tra le principali cause di neoplasie del 2020. «Per ritardi superiori ai 6 mesi c’è un aumento del 3 per cento degli stadi avanzati. Una percentuale che aumenta fino al 7 per cento per ritardi superiori a 12 mesi e che potrebbe raggiungere anche il 12 per cento in un lasso di tempo di 5 anni», aggiunge.

 

Secondo Aiom, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, che da quasi 50 anni sostiene e promuove la prevenzione, la ricerca, la diagnosi e le cure oncologiche, nel 2020 sono stati 20.282 i casi stimati, su un totale di 181.857. 

Al primo posto il cancro della mammella con 54.976 donne colpite nell’anno nero della pandemia, durante il quale «i programmi di screening sono stati fortemente rallentati e in alcuni casi addirittura cancellati, causando così un forte ritardo diagnostico», dice Luca Malorni, direttore della unità di ricerca traslazionale presso il nuovo ospedale di Prato Santo Stefano. 

Quanto questo abbia influito in termini di incidenza e di mortalità nelle donne è difficile da calcolare in breve tempo, sarà evidente solo fra qualche anno. Nel frattempo «le stime parlano di un aumento del tasso di mortalità per una neoplasia che col tempo sta interessando donne di fasce d’età sempre più giovani», continua Malorni.

 

In Italia circa una donna su otto rischia di sviluppare un tumore al seno nel corso della propria vita, con un tasso di sopravvivenza che negli ultimi 20 anni ha raggiunto l’87% a 5 anni dalla diagnosi. L’emergenza Covid non ha però fermato la ricerca: «Durante le fasi acute della pandemia le unità mobili hanno avuto un ruolo fondamentale. Le donne hanno potuto sottoporsi a programmi di prevenzione direttamente nelle piazze della loro città, dimostrando una grande adesione e sensibilizzazione», conclude l’oncologo.

 

E proprio le piazze saranno protagoniste domenica 9 maggio, grazie ai volontari Airc che distribuiranno le Azalee della ricerca su tutto il territorio nazionale, in occasione della Festa della Mamma. In Italia l’elenco delle piazze che aderiscono all’iniziativa è in continua evoluzione. Questo il link per trovare quella più vicina a te.