Lavoro molesto

Molestie sul lavoro: cosa fare e a chi denunciare

di Graziella Silipo   10 gennaio 2022

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Alcune informazioni per agire subito quando si subiscono molestie

A chi mi rivolgo, subito, se sto subendo molestie sul posto di lavoro?
Secondo quanto previsto dall’Accordo quadro sulle molestie e sulla violenza sul luogo di lavoro del 26 aprile 2007, le imprese devono elaborare una dichiarazione precisa che indichi che le molestie e la violenza non sono tollerate. Nella dichiarazione sono indicate le procedure da seguire nel caso in cui si verifichi un caso di molestia. Le procedure possono includere una fase informale in cui una persona che gode della fiducia tanto della direzione quanto dei lavoratori, si mette a disposizione per fornire consigli e assistenza. Quando vengono constatate molestie e violenza, occorre adottare misure adeguate nei confronti degli autori. Tali misure vanno dalle sanzioni disciplinari al licenziamento. Le vittime devono ricevere sostegno e, se necessario, essere assistite nel processo di reinserimento lavorativo. Un accordo è un impegno per chi lo firma e in quanto tale deve essere rispettato.

 

All’interno delle aziende ci sono lavoratrici e lavoratori che hanno ruoli particolari e sono i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) e i delegati sindacali. Se non li conosci, chiedi di sapere chi sono. Se subisci molestie puoi parlare con loro di quanto sta succedendo. Faranno insieme a te una valutazione per capire come meglio intervenire.

 

Sono loro compiti: ascoltarti, stare dalla tua parte, non lasciarti sola o solo; verificare quali sono i contenuti del Contratto collettivo nazionale e aziendale sul tema delle molestie anche sessuali e sulla violenza; verificare quali sono i contenuti del documento di valutazione dei rischi in merito al tema violenza, molestie e molestie sessuali e quali sono le misure previste per prevenirle e gestirle; attivare il Comitato unico di garanzia, se è presente; se ha difficoltà a capire che cosa fare, chiedere sostegno al funzionario della categoria o del sindacato cittadino; decidere insieme a te di fissare un appuntamento con la consigliera di Parità della tua città (una figura istituzionale, che svolge gratuitamente funzione di promozione e controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza, di pari opportunità e di non discriminazione per donne e uomini nel lavoro). La consigliera, su mandato della persona interessata, può convocare il datore di lavoro e promuovere conciliazioni sia presso il proprio ufficio che presso la direzione territoriale del lavoro. Può anche produrre un ricorso giudiziale affinché il giudice accerti i fatti e ordini un piano di rimozione della condizione.

 

Chi è il delegato?
«Fare il delegato vuol dire rappresentare le condizioni di chi lavora insieme a te e vuol dire non guardare in faccia nessuno, ma essere in grado, sempre, di avere come riferimento i bisogni delle persone che vuoi rappresentare. Ho anche imparato che fare il delegato non è un mestiere, ma è un impegno, una scelta, quella di ragionare sul fatto che i problemi individuali vanno affrontati anche collettivamente». (Maurizio Landini, Segretario CGIL ,17 novembre 2021).

 

Graziella Silipo, Cgil Piemonte