Occorre potenziare gli ospedali, ma creare anche una rete di cure intermedie. Per combattere la nuova epidemia di “senso della vita”. L’allarme del direttore generale del Meyer

Caro Pnrr,

Vorrei che Tu prevedessi per i prossimi anni investimenti per la salute dei bambini e dei ragazzi.

I due anni della pandemia non hanno fatto che rinforzare, in modo impressionante nelle proporzioni, alcune tematiche di fondo riguardanti il diritto alla salute dei bambini e dei ragazzi che erano già presenti a livello mondiale negli scenari della pediatria.

Il lockdown, la carenza di prospettive, la mancanza di relazioni sociali e la paura del futuro hanno generato un impatto fortissimo, producendo un’accelerazione mai vista di ricoveri per tentativi suicidari, autolesionismo, disturbi del comportamento alimentare. Questo fenomeno sta mettendo – ancora – a dura prova i reparti di neuropsichiatria anche per la cronica carenza di posti letto nelle regioni italiane.

Ti prego quindi di prevedere almeno un raddoppio di posti letto di neuropsichiatria infantile e in parallelo un forte investimento sulle risorse umane correlate fin dai processi formativi: neuropsichiatri infantili, psicologi dell’età evolutiva ed educatori professionali.

Ma non può essere solo il ricovero la risposta a questa difficile sfida.

Abbiamo anche forte necessità di strutture intermedie per la psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza sul territorio. Troppo spesso gli ospedali pediatrici e i reparti di neuropsichiatria infantile non riescono a dimettere i pazienti dagli ospedali perché prematuro il rientro a casa, ma non esistono strutture “a bassa intensità”, intermedie appunto, in grado di assorbire un’uscita soft dagli ospedali.

Sono necessari indirizzi e risorse per queste nuove strutture.

Esistono in Italia, sono pochissime, andiamole a studiare e propaghiamole nei servizi sanitari regionali, in modo che tra reparti ospedalieri e le famiglie non vi sia più nel mezzo spesso solo un deserto.

Siamo di fronte ad una montante epidemia di “senso della vita” per la quale non esiste il vaccino. O meglio l’unico vaccino è forse un rinnovato spirito di comunità per il quale è necessario una nuova visione che metta al centro la sofferenza di questi ragazzi.

L’altra grande sfida del mondo pediatrico dei prossimi anni è quella dei bambini e ragazzi cronico-complessi.

Il progresso tecnologico della medicina determina un allungamento della vita di bambini che fino a qualche anno fa vedevano terminare la loro vita nei primi anni di vita e oggi si assiste invece, per fortuna, a bambini e ragazzi che riescono ad accrescere la propria aspettativa di vita.

Spesso quando parliamo di invecchiamento della popolazione pensiamo ai nostri vecchi genitori, invece la scienza determina anche un aumento dell’aspettativa di vita per numerose patologie per le quali le cure e i saperi sono presenti soltanto in ambito pediatrico e non invece nella medicina dell’adulto, il quale spesso non è in grado di accogliere questi “ex bambini” in un percorso di transizione assai difficile.

 

Caro Pnrr,

sono necessarie Tue risorse anche per rendere attuali e fattive le avanzate disposizioni nazionali e regionali che già esistono per realizzare in ogni regione hospice pediatrici (ve ne sono infatti pochissimi i Italia!), che non siano luoghi di morte ma di vita per bambini in condizioni di complessità clinica tale che non ha più senso che stiano nelle rianimazioni o nei reparti di un ospedale. Questi hospice dovrebbero essere delle case accoglienti anche se tecnologicamente attrezzate e con operatori formati, che possano rappresentare anche “ricoveri di sollievo” per quelle famiglie che talvolta non ce la fanno davvero più. Un grande investimento in questa linea non è solo necessario ma si configura come una scelta etica e di civiltà.

 

Caro Pnrr,

spero di essere arrivato in tempo!

Queste sono alcune idee che nascono dalla dura materia di tutti i giorni di chi vive e lavora in un grande ospedale pediatrico, in un grande Paese che ancora una volta può dare grande prova di sé, stavolta per il bene dei più piccoli.

 

Alberto Zanobini, direttore generale Ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Presidente Associazione ospedali pediatrici italiani