Attualità
10 ottobre, 2022

Cavalle torturate per l’ormone che vale oro: la Ue non ferma il business che gonfia gli allevamenti intensivi

L’estrazione del Pmsg è un metodo violento utilizzato in Sud America e in Europa che dissangua le giumente gravide. E Big Pharma non trova ostacoli per affari stellari: 100 grammi di sostanza in polvere valgono oltre un milione di dollari

Migliaia di cavalle gravide costrette ad abortire, molestate e picchiate. A ogni esemplare vengono prelevati fino a cinque litri di sangue a settimana nei primi giorni della gestazione: una tortura che serve per estrarre il Pregnant mare serum gonadotropin (Pmsg), un ormone utilizzato per produrre farmaci che vengono poi somministrati negli allevamenti intensivi per la produzione di carne in Europa, per indurre scrofe, bovini e ovini a essere fertili fin da subito dopo il parto, per fare più piccoli possibile da destinare alla macellazione.

 

È il mercato del sangue animale: un business che ha dato vita alle “blood farms” (fattorie del sangue) in alcuni Paesi americani, ma anche in Europa, in Islanda. Tra le piazze che accolgono questo prodotto compare anche l’Italia: dopo una breve parentesi nella quale il ministero della Salute sembrava aver accolto le istanze per il divieto della sostanza - sollevate da parte di associazioni di settore e parlamentari - i farmaci derivanti dal Pmsg sono tuttora in commercio.

 

Ma andiamo con ordine: un’indagine condotta fra il 2015 e il 2017 dalle Ong Animal welfare foundation (Awf) e Tierschutzbund Zürich (Tsb) mostra immagini terribili di cavalle maltrattate in Uruguay e Argentina: alle cavalle gravide viene prelevato in grandi quantità il sangue che sarà poi utilizzato per produrre il Pmsg. Le cavalle, stremate, con gravi problemi di salute, vengono fatte abortire sistematicamente e manualmente, e muoiono nei pascoli aperti senza nessuna cura.

«Le cavalle malate, che dovrebbero ricevere cure, o l’eutanasia, non vengono curate, e sono tenute in vita per continuare a estrarre il loro sangue. Si stima che circa il 30 per cento delle cavalle muoia di stenti. Vengono poi inviate al macello e la loro carne potrebbe essere commercializzata anche in Ue», spiega Sonny Richichi, presidente dell’Italian horse protection (Ihp), l’associazione per la tutela degli equini.

 

Le giumente in Uruguay e Argentina, stimate in decine di migliaia, sono maltrattate e picchiate con bastoni, e vengono loro prelevati fino a 10 litri di sangue una o due volte a settimana. Il prelievo avviene inserendo con violenza una cannula nella giugulare degli animali. Dopo il prelievo, a volte, le cavalle stramazzano al suolo non appena vengono liberate.

 

A gestire questo filone latinoamericano è soprattutto l’azienda argentina Syntex SA, che ha chiesto l’autorizzazione all’immissione sul mercato europeo del preparato Fixplan, il cui principio attivo contiene proprio il Pmsg, attraverso la cosiddetta “procedura decentrata” in base alla quale ogni singolo Paese deve dare il proprio via libera.

 

«Fixplan sta attualmente ottenendo l’autorizzazione all’immissione in commercio in diversi Stati membri dell’Ue. Alcuni Paesi come Irlanda, Germania, Francia e Spagna hanno già rilasciato l’autorizzazione all’immissione in commercio, in altri Paesi la procedura è ancora pendente, come l’Italia o la Polonia», afferma Sabrina Gurtner, project manager dell’Animal welfare association di Zurigo. Il ministero della Salute italiano, ad oggi, non ha fornito nessuna informazione in merito, sorvolando anche sull’interrogazione parlamentare bipartisan promossa, tra gli altri, dagli onorevoli Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia), Patrizia Prestipino (Pd) e Manfredi Potenti (Lega Nord). L’Espresso ha sollecitato gli uffici competenti, anche con un Foia (Freedom of information act), senza però ricevere risposta alcuna.

 

Grazie al contenuto di alcuni documenti (datati 2021) che abbiamo potuto consultare, a tutto ciò si aggiunge il fatto che l’azienda succursale, Syntex Uruguay SA, che gestisce molti flussi di questa sostanza, non è presente in nessuna lista Ue. Eppure Syntex è il più grande esportatore di Pmsg e documenti doganali dimostrano che nel periodo fra gennaio e maggio 2017 le aziende Syntex Argentina e Syntex Uruguay hanno esportato in Ue un totale di 1,3 chili di Pmsg per un valore di oltre 10 milioni di dollari (il prezzo di 100 grammi di polvere pura supera il milione).

 

«Con il Fixplan l’azienda Syntex punta a recuperare i clienti che hanno smesso di acquistare l’ormone per altri farmaci che erano in commercio fino al 2018, a seguito delle proteste che si sono scatenate in Europa», aggiunge Richichi. In Italia, per esempio, alcuni farmaci contenti l’ormone sono stati rimossi dal mercato: Pg600, Gonasin, Syncrostim 500 e Ciclogonina non sono più disponibili. Il Crono-gest, il Folligon, il Gestavet e l’Oviser 500 sono invece sul mercato, e con ricetta di un veterinario si possono ancora acquistare. Le multinazionali che gestiscono questi farmaci sono la Msd Animal health e la spagnola Hipra laboratories SA. Sola la prima ha risposto alle domande de L’Espresso, spiegando che la società «collabora solo con fornitori che operano in Europa e che sono esperti nella raccolta del plasma sanguigno», sottolineando anche che ad oggi non ci sono mai state «obiezioni specifiche del ministero della Salute italiano». La Msd non ha specificato i Paesi di produzione dell’ormone, ma intrecciando i dati forniti dalla Commissione europea e dalla Federazione europea dei veterinari è possibile notare come nel Vecchio Continente ci siano principalmente due grandi hub di estrazione e lavorazione del Pmsg: Germania e, per l’appunto, Islanda. «La produzione in Germania è molto ridotta, resiste un allevamento di sole 100 fattrici. Msd acquistava Pmsg in Uruguay, ma dopo le nostre pubblicazioni sui maltrattamenti è passata in Islanda nel 2017, e adesso è il maggiore acquirente dello Stato nordico», svela Gurtner.

 

Secondo gli ultimi dati della Federchimica Aisa (Associazione nazionale imprese della salute animale), il valore di vendita dei farmaci - compreso il Pmsg - relativi alla sfera ormonale degli animali che producono alimenti (animali da reddito), relativo all’anno 2020 è di 8,8 milioni di euro; il fatturato totale dei farmaci per la salute animale del 2020 delle imprese associate è stato di 678 milioni di euro, quindi il mercato degli ormoni incide per l’1,3 per cento sul mercato totale.

 

Una cifra destinata però a crescere, se si guarda il giro di affari degli altri Paesi europei e le previsioni dei produttori. In Islanda, infatti, secondo quanto riferisce il Partito Popolare (impegnato nella lotta contro questo fenomeno), gli allevamenti di carne da macello stanno lasciando il posto a quelli di estrazione del sangue dalle giumente. Anche per questo motivo, molte aziende si sono tirate indietro dalla sponda latino americana (Msd su tutte), per continuare a fare affari direttamente nei confini europei con le fattorie islandesi. L’Islanda ospita circa 80.000 cavalli islandesi, 5.383 dei quali sono usati come “banche del sangue”. Ci sono 119 fattorie del sangue che operano nel Paese. Con le stesse identiche barbarie: i recinti degli allevamenti sono ricoperti da segni di morsi dei cavalli in preda al terrore; le giumente deambulano prive di forze e i loro feti giacciono inermi a terra.

 

L’azienda farmaceutica Isteka, proprietaria o subappaltatrice delle fattorie islandesi, non ha risposto alle nostre domande. Mentre il Partito popolare ha presentato al Parlamento un disegno di legge che sollecita il divieto: «La maggioranza ha purtroppo respinto più volte la nostra proposta, nonostante gli ultimi dati dimostrino che ogni cavalla può essere dissanguata anche più di otto volte in una sola estate», spiegano i vertici del partito.

Nel frattempo, la Commissione Ue si è detta «seriamente preoccupata», mentre il Parlamento europeo ha chiesto il divieto delle importazioni dell’ormone. «Due milioni di cittadini hanno firmato una petizione per chiudere queste fattorie del sangue. Il Parlamento europeo ha invitato la Commissione a vietare tutta la produzione e tutte le importazioni di Pmsg. E anche diversi Paesi dell’Ue, tra cui Austria, Paesi Bassi e Polonia, stanno sostenendo un divieto», spiega Anja Hazekamp, membro del Parlamento europeo. «Inoltre, il Parlamento europeo ha apportato una modifica legale alle norme dell’Ue per i medicinali veterinari che obbliga legalmente la Commissione europea ad adottare nuove misure sulle buone pratiche di fabbricazione, tenendo conto del benessere degli animali. Tali misure, che non comprendono l’estrazione del sangue, devono essere adottate entro il 2025». Fino ad oggi la Commissione Ue non ha intrapreso alcuna azione per porre fine alle sofferenze dei cavalli nelle “blood farms”. Anzi, in un documento, visionato da L’Espresso, fa intendere che il divieto totale dell’importazione di Pmsg è una prospettiva pressoché impossibile. Nonostante le molteplici alternative che la scienza offre: «Il Pmsg non ha bisogno di essere utilizzato nell’allevamento di suini e bovini perché esistono almeno trentasei alternative sintetiche approvate, oltre ai metodi senza ormoni, ovvero le cosiddette misure zootecniche», confessa Gurtner. Fattore che stride con un ulteriore principio in materia, quello delle 3R: replacement, reduction and refinement, su cui si basa la direttiva Ue relativa alla protezione degli animali utilizzati per scopi scientifici.

L'edicola

Il pugno di Francesco - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso

Il settimanale, da venerdì 25 aprile, è disponibile in edicola e in app