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26 luglio, 2025La nave dell'organizzazione umanitaria fermata in acque internazionali mentre cercava di forzare il blocco israeliano e sbarcare a Gaza per portare aiuti umanitari: i 21 attivisti sono stati arrestati. Tajani sente il suo omologo israeliano Sa'ar
La missione degli attivisti della Freedm Flotilla Coalition, a bordo della nave Handala salpata il 20 luglio da Gallipoli, è finita come lo scorso giugno. Con l’imbarcazione intercettata - in acque internazionali - dall’esercito israeliano e con i membri dell’equipaggio arrestati. La nave, partita per la 37 esima missione in 18 anni di attività dell’organizzazione , puntava a forzare il blocco israeliano e approdare sulle coste di Gaza per portare aiuti umanitari. Ma quando ieri sera - 26 giugno - la Handala ha superato il punto in cui lo scorso 9 giugno la missione era stata intercettata, a meno di 50 miglia dalla Striscia, l’Idf ha fatto irruzione senza che gli attivisti a bordo opponessero resistenza. Il tutto in diretta streaming su YouTube: l’ultima immagine andata in onda è stata quella di un militare israeliano che sequestrava la telecamera.
A bordo anche due italiani
La missione era composta da 21 persone, ora tutti in mani israeliani, tra cui due italiani: Antonio Mazzeo e Antonio La Piccirella, che ha pubblicato sui canali social della Freedom Flotilla un video pre-registrato: “Sono Antonio La Piccirella, se state vedendo questo video vuol dire che siamo stati intercettati e rapiti dalle forze di occupazione israeliane, oppure da quelle di un Paese complice del genocidio in Palestina. Prego tutte e tutti di mobilitarsi e fare pressione sul governo italiano, per chiedere il rilascio mio, quello di tutto l’equipaggio della Handala e l’apertura immediata di tutti i canali umanitari via mare e via terra”. Per la Freedom Flotilla Coalition, quanto accaduto è “un'azione illegale e violenta, compiuta in acque internazionali o comunque non soggette alla giurisdizione israeliana, che configura un grave atto di pirateria navale e violazione del diritto internazionale”, come si legge in un messaggio pubblicato dalla stessa organizzazione umanitaria.
Le pressioni sul governo italiano
E all’indomani dell’arresto, mentre non si conosce ancora la sorte dei 21 attivisti che ora dovrebbero essere nel porto di Ashdod, in Israele, cresce la pressione sul governo italiano affinché chieda l’immediato rilascio dei due nostri connazionali. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che questa mattina ha sentito il suo omologo israeliano, Gideon Sa’ar, il quale ha indicato due opzioni per gli attivisti: firmare una dichiarazione per andare in aeroporto e lasciare subito il Paese; venire fermati presso una struttura detentiva locale con rimpatrio forzato nei prossimi 3 giorni.
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