L’iniziativa
Guerra in Ucraina, la proposta del Pd: «L’Europa costituisca subito una task force per aiutare i bambini»
Un gruppo di deputati dem nazionali ed europei, da Siani a Lorenzin, da Lattanzio a Chinnici, ha presentato una richiesta urgente al governo italiano e al Parlamento europeo: «Vanno potenziati gli sforzi»
Una task force europea per aiutare subito i bambini coinvolti dal conflitto in Ucraina. A proporla i parlamentari del Partito democratico con una richiesta urgente al governo italiano e al Parlamento europeo. Per i bambini la guerra è una catastrofe, li obbliga ad abbandonare la loro casa, distrugge le scuole e i centri sanitari, distrugge l'ambiente dove vivono. E i danni della guerra si verificano anche anni dopo la fine di un conflitto, con ferite psichiche, cattivo sostentamento e mancanza di prospettive di vita: «Per questo motivo insieme al collega Paolo Lattanzio della commissione infanzia, all’onorevole Beatrice Lorenzin e alla capogruppo della camera dei deputati Debora Serracchiani, abbiamo proposto sia al governo italiano che al Parlamento europeo, con una richiesta specifica alla vicepresidente Pina Picierno, di istituire immediatamente una task force europea che si attivi per la tutela dell'infanzia in tempo di guerra e che sia in grado di coordinare gli aspetti principali dell’emergenza dei minori profughi, con particolare attenzione ai bambini malati oncologici, ai bambini con disabilità che non possono fuggire dall’Ucraina e a quelli non accompagnati o senza documenti», dice il deputato del Paolo Siani, vicepresidente della commissione parlamentare per l’Infanzia.
«Vanno potenziati gli sforzi per proteggere i bambini ucraini rifugiati in Ue», aggiunge Caterina Chinnici, co-presidente dell'Intergruppo per i diritti dei minori, durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo in corso a Strasburgo, servono corridoi umanitari, accoglienza adeguata, sostegno alle ong impegnate sul campo, assistenza sanitaria e psicologica, tutori per i minori soli, meccanismi sicuri di ricollocamento, accesso ai sistemi educativi».
La proposta dei dem prevede cinque punti: «Sulla governance: chiediamo un Garante straordinario per i minori ucraini in Italia e una task force europea per l’emergenza infanzia in guerra, per tutti quei bambini che non possono lasciare l’Ucraina; sulla presa in carico, con la registrazione biometrica alla frontiera Ucraina e presa in carico immediata tramite check list sociosanitaria per individuare precocemente i fattori di rischio; sulla mediazione, con spazi child-friendly con mediazione linguistica e culturale negli hub, nelle questure, negli ospedali e in tutti i luoghi di prima accoglienza; sui compiti di cura, è necessaria una formazione specifica per gli operatori delle agenzie e degli attori in prima linea, comprese famiglie, caregivers e insegnanti; sull'istruzione con interventi per la continuità educativa, a partire da un importante piano estate con coinvolgimento di insegnanti ucraini arrivati in Italia e individuazione di supporti educativi per l'anno scolastico 2022/2023».
Unicef, Telefono Azzurro e le agenzie presenti alla frontiera e che stanno lavorando in Polonia hanno evidenziato che i minori accompagnati - e non - rappresentano la categoria più vulnerabile: possono essere sottoposti a gravi rischi, per esempio il crimine della tratta di esseri umani. Inoltre esiste il rischio molto concreto di adozioni illegali: lo sfruttamento di tipo sessuale, le adozioni illegali o anche le sole sparizioni di bambini, purtroppo, in una situazione come quella odierna, sono all’ordine del giorno.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso proprio in questi giorni le linee guida globali a sostegno delle donne e dei neonati nelle prime sei settimane dopo la nascita. «Per tutti questi motivi è necessario occuparsi subito di questi bambini anche con finanziamenti ad hoc, e offrire tutto il sostegno necessario per garantire loro una crescita quanto più normale possibile. Ma sappiamo che normale non sarà. Le cicatrici della guerra molto difficilmente scompariranno. Basta guardare la guerra con gli occhi dei bambini per chiedere la pace conclude Siani.